CASAL VELINO – Sul tetto della fabbrica da sette giorni. E’ la disperata protesta dei lavoratori dell’impianto di selezione dei rifiuti secchi di Casalvelino (Salerno), nel Cilento. E’ infatti trascorsa una settimana da quando Ettore Casinelli e Alberto Riccardi, due dei 65 operai dell’impianto, da giorni chiuso per mancanza di fondi, sono saliti sul tetto della struttura per protestare contro la mancata retribuzione da parte del CoRiSa 4, il consorzio rifiuti commissariato al quale fanno riferimento ben 49 Comuni cilentani.

Esausti, stravolti dal caldo e dal sole, tanto che negli ultimi giorni sono rimasti ustionati al punto da dover far ricorso a cure mediche, assicurano che non scenderanno dal tetto dell’azienda finché non riceveranno precise garanzie. A sostenere la protesta, gli altri lavoratori dell’impianto, in presidio permanente presso la struttura. Da dicembre, infatti, gli operai della struttura non ricevono le mensilità spettanti, ma solo acconti che in media non superano i 500 euro. “Voglio precisare – ha voluto intanto chiarire Maria Maiuri, responsabile dell’Ufficio del Personale – che, come pure avevo letto nei giorni scorsi, nessuno di noi si alterna sul tetto del capannone dell’impianto. A sfidare il caldo africano di questi giorni sono solo due lavoratori, Ettore Casinelli e Alberto Riccardi. Prima che avvenga l’irreparabile, chiediamo alle autorità competenti di intervenire al più presto.”. Intanto, il prossimo 6 luglio il presidente della Provincia Edmondo Cirielli riceverà una delegazioni di lavoratori dell’impianto per discutere delle possibili soluzioni.

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