Se dovessimo dare un titolo all’italia di questo 68esimo Festival di Cannes potrebbe essere la Grande amarezza. Quella che rimane dopo un verdetto che ha escluso i tre nostri film dal Palmares. Le premesse per una buona annata c’erano tutte.

Negli ultimi giorni si erano moltiplicate le lodi della critica internazionale. Le Monde titolava già martedì Habemus palmam dando per certa la palma d’oro a Mia madre di Nanni Moretti che invece si è dovuto accontentare del premio ecumenico. A favore della Giovinezza di Paolo Sorrentino si era schierata gran parte della stampa anglosassone, impressionata dalla regia visionaria del regista napoletano. Niente di fatto ma lui è abituato a sentirsi messo da parte da Cannes che non diede nessun riconoscimento alla Grande bellezza, pochi mesi dopo Oscar come miglior film straniero. Matteo Garrone dei tre italiani è quello che dal principio è rimasto più nell’ombra nonostante non fosse mai del tutto escluso dal toto-scommesse. C’e chi sottolinea come l’assenza di un nostro giurato ci abbia penalizzato, ma la verità è che ai Festival accade molto spesso che quel che piace ai critici non piaccia alla giuria. I presidenti Joel e Ethan Coen in conferenza stampa hanno motivato l’esclusione italiana con un “ci dispiace non avevamo premi per tutti”. Resta l’endorsment della giurata Rossy de Palma che non nasconde di aver fatto il tifo per noi; “mi ha molto impressionato l’interpretazione di Giulia Lazzarini”. La madre nel film di Nanni Moretti.

 

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