E’ morta, probabilmente stroncata da un infarto, l’attrice Laura Antonelli, icona sexy anni ’70 con una vita tormentata. A novembre avrebbe compiuto 74 anni. Il suo corpo è stato trovato per terra in casa, nel Comune a 37 Km da Roma, dalla donna delle pulizie. Un biglietto: “Avvisate mio fratello, Banfi e Claudia Koll” – Il fratello Claudio, uno dei parroci di Ladispoli, l’attore Lino Banfi e l’ex attrice Claudia Koll: sono gli ultimi amici, quelli veri, che Laura Antonelli ha chiesto di chiamare quando sarebbe morta.

Lo ha scritto su un biglietto. Jean-Paul Belmondo, per anni compagno dell’attrice, la ricorda “prima di tutto una compagna adorabile, dallo charme eccezionale”. L’attrice sarà sepolta a Ladispoli per sua espressa volontà: qualche anno fa aveva acquistato un loculo. I funerali non saranno prima di giovedì-venerdì perché bisogna attendere l’arrivo del fratello Claudio dal Canada. La salma è stata trasferita nella sala mortuaria del cimitero in attesa che venga decisa la data dell’eventuale camera ardente. Questa mattina in via Napoli, davanti al condominio dove da oltre vent’anni viveva la celebre icona del cinema erotico degli anni ’70, poche le persone a rendere omaggio all’artista. Per molti spettatori l’immagine di Laura Antonelli rimarra’ sempre legata alla vestaglietta, succinta e ammiccante, che Salvatore Samperi le aveva imposto per il personaggio della cameriera di ‘Malizia’ (1973). La vita dell’attrice e’ stata segnata dalla vicenda giudiziaria iniziata nel ’91, quando nella sua villa di Cerveteri furono trovate diverse dosi di cocaina. Un’odissea conclusa nove anni dopo con l’assoluzione della Antonelli, alla quale venne riconosciuto nel 2006 un risarcimento da parte dello Stato. Depressa per le conseguenze di un intervento di chirurgia estetica che le aveva deturpato il bel volto, alle prese con la solitudine dopo la fine di alcune storie d’amore, Laura Antonelli aveva cercato rifugio nella cocaina. Arrestata per traffico di sostanze stupefacenti, fu condannata in primo grado dal tribunale di Civitavecchia a tre anni e sei mesi di reclusione; nel marzo 2000, nove anni dopo, l’assoluzione da parte della Corte d’Appello di Roma. Per la vicenda, ‘condita’ di particolari che la trasformarono in caso di interesse nazionale, l’attrice ha presentato anche ricorso alla corte europea di Strasburgo. A Ladispoli si era trasferita da circa una decina di anni. Una casa composta da due camere, cucina e bagno. “E’ stata trovata nella camera da pranzo – ha spiegato l’assessore ai servizi sociali del Comune di Ladispoli Roberto Usai – dalla badante, poi è arrivato il 118 che ha constatato il decesso e poi i carabinieri. L’autorità giudiziaria ha stabilito che ci sarà soltanto l’esame autoptico e non l’autopsia”.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui