Da un paio di decenni è uno degli artisti più controversi. Considerato il profeta di una gioventù americana degenerata, paladino della libertà di espressione artistica, si è autocondannato a difendersi dalle accuse di satanismo e perversione:

Marilyn Manson ha scelto il suo sito, www.marilynmanson.com, per annunciare il titolo del nuovo album, l’ottavo della sua carriera, Born Villain, in uscita entro fine anno. L’omonimo brano è inserito nella colonna sonora di un video-choc realizzato dall’attore protagonista di ‘Transformers’, Shia LaBeouf. Un estratto è visibile online (http://bornvillain.com/), un sito giustamente vietato ai minori di 18 anni. Per sei lunghi minuti il reverendo Manson prima taglia i lunghi capelli a due donne nude, dallo sguardo vitreo, come per prepararle a un rito satanico. Poi trafigge la guancia di una donna con uno spillone e uccide un uomo. Chi riesce ad andare avanti, si trova di fronte crocifissi, una bambina molestata da un vecchio, sangue, fuoco, un omicidio, un uomo che ha perso un occhio, torture e storture di ogni tipo. “Mentre cercavo improbabili collaborazioni – racconta Manson sul sito – ho incontrato Shia. Abbiamo passato una lunga notte nel mio studio. Dopo aver visto il suo piccolo film ‘Maniac’ sono rimasto stupito dalle sue doti da regista, così ho condiviso con lui tutta quell’arte, quella letteratura e tutti quei film che riescono ad ispirarmi. E sono rimasto nuovamente impressionato dalla sua capacità di riassumere il mio mondo e trasmettere quello che mi piace pensare. Shia e io abbiamo finito per scrivere una breve sceneggiatura e realizzare un trailer. La colonna sonora è contenuta nel mio nuovo album ed é ‘pieno di grida e furia’, per usare parole di Macbeth”. Brian Warner, questo il vero nome dell’artista di Canton, Ohio, si è fin dall’inizio della carriera cucito addosso un personaggio borderline. Ispirandosi ad Alice Cooper e ai Kiss, come nome d’arte sceglie un mix tra la diva Monroe e il leader della setta delle ‘figlie di Satana’, Charles Manson. Si fa proclamare reverendo della chiesa satanista, fa a pezzi bibbie sul palco, si provoca ferite durante le sue performance, si veste da pontefice, in un furore iconoclasta e delirante. Si fa persino ritrarre crocifisso e in decomposizione sulla cover dell’album ‘Holy Wood (In the shadow of the valley of death)’. Dopo la strage nel liceo di Columbine, nel 1999, viene messo sotto processo. E qualche anno dopo compare nel film di Michael Moore ‘Bowling at Columbine’ per spiegare la sua posizione. Tra un matrimonio con la star del burlesque Dita Von Teese, e dischi dai titoli emblematici – da ‘Eat me, Drink Me’ (2007), ‘Mechanical Animals’ (1998) a ‘Antichrist Superstar’ 1996) – Marilyn Manson ha realizzato questo ultimo album in assenza del batterista Ginger Fish, che a febbraio ha lasciato la band del reverendo per unirsi a quella di Rob Zombie. A sostituirlo è arrivato Chris Vrenna, ex Nine Inch Nails, la band con cui Marilyn nei primi anni Novanta ha mosso i primi passi.

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