“La metafora della paranza la ho trovata sempre molto poetica e al contempo drammatica. Queste barche che vanno al largo a prendere i pesci ingannandoli con la luce viene utilizzato dalla criminalità per parlare de i gruppi di fuoco che vanno a pescare esseri umani, ad ammazzarli. Ho pensato che in fondo i ragazzini che vanno a sparare, ad ammazzare, anche loro vengono ingannati, come i pesci pensano che quella luce che vedono in fondo sia per il cibo, quindi per arricchirsi, in realtà vanno a morire. E’ un fenomeno che non riguarda soltanto Napoli ma tutte le città più importanti del mondo e questo si collega a quello che stiamo vivendo in queste ore con la vicenda Trump e cioè la fine di un certo modo di poter vivere”. Roberto Saviano ha parlato così, oggi a Radio Anch’io, del suo nuovo romanzo ‘La Paranza dei bambini’ (Feltrinelli) che arriva oggi in libreria e presenterà domani a Roma. “Impegnarsi vale la pena? Lavorare vale la pena? Chi si impegna e chi ha talento davvero prende posti di responsabilità, o si vince solo con furbizia, strategia e tattica?. Questi sono i ragionamenti che attraversano le periferie del mondo. Oggi cosa dice un quattordicenne, quindicenne: cosa vale? Il cash, il denaro. Tutto e subito. Il loro pensiero è: ‘non raccontiamocela, è impossibile che io possa realizzarmi con le mie forze. Ci sarà sempre un raccomandato, un protetto che ce la farà. E allora meglio sparare prima di essere sparati. E questo è quello che sta accadendo in queste ore, Napoli è una grande metafora del mio tempo”. Saviano ha poi raccontato, rispondendo alle domande degli ascoltatori, di essersi “ispirato a fatti reali, alla storia della paranza dei bambini di Forcella, un quartiere di Napoli.Le paranze sono questo gruppo di ragazzini che decidono quasi autonomamente di armarsi. Il racconto è pieno di dettagli di queste storie che ho preso da inchieste giudiziarie, dal dibattito di cronaca e che ho condensato nei miei personaggi utilizzando quel metodo meraviglioso che fu di Franco Rosi ne Le mani sulla città. Volevo non semplicemente raccontare di un paranzino ma condensare nei personaggi diverse storie. Anche il virgolettato che ho preso dalle intercettazioni lo ho reso poi letterario e questo è il metodo utilizzato in Gomorra serie”. “Quello che mi premeva – ha sottolineato lo scrittore che vive in America – era parlare alle madri e dire: ‘guardate che questi non sono animali o prodotti da suburra. Sono esattamente ragazzi che la pensano come i vostri figli e che solo se conoscete queste dinamiche potete salvarli in qualche modo”.

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