Disperazione per un futuro contrassegnato dal marchio dell’incertezza. Lacrime per essere stati spinti nel baratro della precarietà. Rabbia per il disinteresse di istituzioni, politica e sindacati. Per i lavoratori del centro commerciale “Fabulae” il domani si è colorato di nero. La struttura sta chiudendo i battenti. Attualmente sono ancora aperti pochi negozi che si avviano ad abbassare la serranda. Sui dipendenti della Conad e su quelli altri esercizi si è già abbattuta la scure della perdita del posto di lavoro. Una sciagura non solo per le tante famiglie (una settantina in tutto) che rischiano di restare senza alcun reddito ma per l’intero territorio già martoriato da una crisi socio-economica che ha messo in ginocchio moltissime persone. Il caso drammatico di Pompeo Pezzella, disoccupato e senza fissa dimora riportato da Campania Notizie è solo la punta di un iceberg. Molte famiglie hanno difficoltà ad arrivare la fine del mese. E non sono pochi quelli che non riescono a mettere un piatto a tavolo e a pagare l’affitto. Si può comprendere quindi lo stato d’animo, ad esempio, dei 48 dipendenti della Conad, supermarket attivo nel “Fabulae”, alla notizia della chiusura. Possiamo immaginare come loro e le rispettive famiglie si siano sentite crollare il mondo addosso. Come tutti gli altri addetti del centro commerciale finiti sul lastrico. La morte del “Fabule” è il simbolo del fallimento della classe dirigente, a partire dalle istituzioni per finire con le associazioni di categoria. Ma è anche la dimostrazione di un’economia malata che continua a speculare sui fondi pubblici senza farsi scrupoli di lucrare sulla pelle dei cittadini. E pensare che il centro commerciale “Fabulae” era stato presentato come l’El Dorado di Orta di Atella.

Mario De Michele

 

 

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