NAPOLI – La rabbia sfogata sui contenitori dell’immondizia usati come tamburi. I volti stanchi per una battaglia che dura da un anno e mezzo. La mente persa dietro al pensiero di un futuro senza certezze. Sono di nuovo scesi in piazza i lavoratori del progetto Bros.

In centinaia hanno preso d’assedio l’ingresso del consiglio regionale, nel centro direzionale di Napoli. Striscioni, slogan, cori per rivendicare il loro diritto al lavoro, a una vita dignitosa. Uomini, donne, giovani e meno giovani, tutti aggrappati alla speranza di non finire sul lastrico. Tutti decisi a proseguire la lotta perché hanno una famiglia da portare avanti e da mesi non prendono i 500 euro al mese (sì, proprio 500) erogati per il servizio di raccolta rifiuti e tutela ambientale previsto dal progetto. Una situazione insostenibile, divenuta esplosiva col passare di giorni, mesi, anni (quasi due), senza mai ottenere risposte concrete dalla giunta regionale presieduta da Stefano Caldoro.

Il più assente di tutti – a sentire i lavoratori – è l’assessore regionale al Lavoro Severino Nappi, che finora avrebbe sempre fatto orecchie da marcante di fronte alla legittima richiesta dei lavoratori di aprire un tavolo istituzionale Governo-Regione-Provincia-Comune. “In questo anno e mezzo – precisano alcuni lavoratori – l’assessore Nappi ha rifiutato qualsiasi confronto senza mai tentare di trovare una soluzione al problema. L’unica cosa che dice, ovviamente solo attraverso i giornali, è che la Regione non ha i fondi per finanziare il progetto Bros. La verità è che manca la volontà politica di risolvere una questione che riguarda la vita di migliaia di persone”. Sono circa 4000 i lavoratori Bros e, come detto, gran parte di loro non viene pagata da molti mesi. Ma quello che maggiormente preoccupa le persone impegnate nel progetto è la mancanza di attenzione da parte dell’esecutivo regionale.

“Il sindaco De Magistris, il vicesindaco Sodano e l’assessore Esposito – spiegano i rappresentanti dei lavoratori – hanno dato la piena disponibilità del comune di Napoli a partecipare a un tavolo istituzionale per trovare una via d’uscita, mentre l’assessore Nappi non ne vuole proprio sapere di sedersi attorno a un tavolo per andare incontro alle nostre legittime richieste”. Insomma, un gioco al massacro, che però non scoraggia i lavoratori. “Proseguiremo la nostra lotta finché non avremo risposte chiare e concrete, non ci fermeremo perché in palio c’è il nostro futuro e quello dei nostri figli”.

A dimostrazione della loro volontà a non demordere, il Movimento di lotta per il lavoro Banchi Nuovi, il Movimento di lotta Zona orientale, il gruppo Autonomia per il lavoro e M.D.A. Acerra hanno inviato un documento al presidente del consiglio regionale Romano, al presidente della terza commissione lavoro Ianniciello, e ai capigruppo dei partiti di maggioranza e opposizione per discutere della vertenza.

Un’ennesima richiesta che, a giudicare dall’atteggiamento finora assunto dalla giunta Caldoro, sembra ancora una volta destinata a cadere nel vuoto.

Mario De Michele

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