Cgil in piazza questa mattina al centro direzione nei pressi dell’assessorato al lavoro e del consiglio regionale della Campania. Il sindacato è impegnato a sostenere le vertenze dei lavoratori Gepin e Almaviva che rischiano il posto di lavoro. Bandiere e palloncini rossi la fanno da padrone tra i lavoratori presenti. In piazza è sceso anche il consigliere regionale del Partito democratico Gianluca Daniele molto vicino alla Cgil e al mondo del lavoro.

“Oggi sono stato al fianco dei lavoratori delle aziende Almaviva e Gepin al presidio organizzato sotto al Consiglio regionale della Campania. Oltre ad esprimere loro la mia solidarietà ho immediatamente chiesto un Consiglio monotematico per la discussione delle due vertenze, affinché possa essere dedicata loro la giusta attenzione”. “In questa regione il tema del lavoro ha assunto toni drammatici in troppe realtà. Nella sola azienda Almaviva di Napoli, infatti, sono stati annunciati esuberi per circa 400 lavoratori su 900, 3000 a livello nazionale. Dobbiamo evidenziare due questioni fondamentali – spiega – la prima chiama in causa il Governo nazionale e, più in generale, la politica che non può abbandonare questi lavoratori al loro destino e deve accompagnare la trattativa che Cgil, Cisl e Uil condurranno nei prossimi giorni, garantendo un impegno concreto. Del resto, anche da questa vertenza, verrà misurata l’attenzione che questo Governo deve avere nei confronti del Mezzogiorno e della nostra regione”. “Per questi motivi credo che sia importante l’impegno in prima persona del presidente della Regione Campania De Luca nel sensibilizzare il Governo e metterlo di fronte alle proprie responsabilità. L’altra questione chiama in causa l’azienda, che negli anni passati ha usufruito di grandi incentivi pubblici e che non può scaricare sui lavoratori la concorrenza nel mercato. È necessario – conclude – stigmatizzare con forza, perché inaccettabile, quello che sta avvenendo soprattutto nel Mezzogiorno, una sorta di lotta tra lavoratori, dove tutte le inefficienze e la competizione incidono unicamente sui costi del lavoro e non sulla qualità della produzione”.

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