Sul sito dell’Inps da ieri sono disponibili le Domande e le Risposte che gestiranno la fase transitoria tra il sussidio, l’assegno di inclusione e il Servizio Formazione Lavoro. Che spetterà a chi è occupabile. Nel caso di presa in carico da parte dei servizi sociali la fruizione del Rdc proseguirà fino al 31 dicembre 2023. La presa in carico non riguarda i nuclei familiari che hanno componenti avviati ai Centri per l’Impiego. Con la Formazione Lavoro ha un supporto economico di 350 euro per un massimo di dodici mensilità. Dal primo gennaio 2024 invece i nuclei al cui interno sono presenti persone disabili, minorenni, o con almeno sessant’anni d’età, ovvero componenti in condizione di svantaggio e inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione, saranno potenzialmente destinatari dell’Assegno di inclusione (ADI), nuova misura di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale. Il Rdc rimane invece fino a fine 2023 per le famiglie che hanno difficoltà di reddito ma anche minori, disabili o anziani. E per quelle prese in carico dai servizi sociali. Dal primo gennaio 2024 si trasforma in assegno di inclusione. Scompare invece da agosto per i soggetti in grado di lavorare, che dal primo settembre potranno richiedere il Sostegno alla Formazione e Lavoro (Sfl). Che ha l’obiettivo di favorire un percorso verso l’occupazione. Sono 160mila le famiglie che beneficiavano del reddito o della pensioni di cittadinanza e che hanno ricevuto il messaggino dell’Inps di sospensione del sussidio da agosto. L’ultima rata è arrivata il 27 luglio. Tra di loro, però, ci sono 88mila famiglie che potrebbero rientrare: potrebbero essere prese in carico dai servizi sociali. È previsto che chi ha perso il Rdc possa rientrare se entro la fine di ottobre sarà preso in carico dai servizi sociali dei comuni. La comunicazione si effettua su una piattaforma chiamata GePi. La transizione non è però facile. L’associazione dei Comuni (l’Anci) parla di problemi tecnici, soprattutto nell’elenco dei nuclei familiari fragili. A rientrare nel sussidio potrebbero essere persone con dipendenze, donne vittime di violenza, persone in carico ai servizi psichiatrici, i senza fissa dimora. Il sostegno alla formazione lavoro (Sfl) prevede invece il pagamento di 350 euro per un massimo di 12 mesi per ogni singola persona che avvia il percorso verso il lavoro ed è decaduta dal Rdc. Quindi può essere pagato anche a più di un componente per famiglia. La domanda si può fare dal primo settembre. Spetta a chi si è già attivato per progetti utili alla collettività o percorsi di formazione, attraverso una piattaforma (la Siisl): ma questa piattaforma ancora non esiste anche se si punta ad attivarla in tempo utile. Il Tfl spetta anche a chi partecipa già ai programmi nazionali per la Garanzia Occupabilità Lavoratori. L’Assegno di inclusione si deve richiedere all’Inps attraverso i patronati o i Caf. La richiesta può avvenire solo telematicamente. Tra i valori richiesti anche un valore Imu a fini immobiliare inferiore a 30 mila euro. E un valore del patrimonio mobiliare inferiore ai 6 mila euro. Accresciuto però di duemila per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo e di altri mille euro per ogni minorenne. Non ha diritto all’assegno il componente familiare che risulta disoccupato in seguito a dimissioni volontarie. In questo caso dovrà attendere dodici mesi per fare domanda. L’assegno di inclusione è compatibile con l‘assegno unico per i figli. Ma chi lo vuole dovrà adesso presentare richiesta.

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