di Rocco Sessa

Con la scomparsa di Corrado Caputo se ne va via un pezzo della storia vitivinicola della Terra di Lavoro e non solo. Corrado inizia la sua attività a Teverola dove giovanissimo prende in mano le redini dell’azienda di famiglia fondata nel 1890, portandola a successi anche internazionali. Dall’antica sede di Teverola, nella cantina scavata nelle grotte di tufo del settecentesco palazzo di proprietà della famiglia, dove viene prodotto, da oltre trenta anni, il Caputo Brut alla moderna azienda di Carinaro. Corrado che negli anni si avvale della preziosa collaborazione dei suoi figli, Nicola e Mario riesce rappresentare con i vini prodotti dalla “Capvto 1890” la sintesi tra il rispetto della tradizione enologica e l’adozione delle più moderne tecnologie, riuscendo così a concepire un prodotto di alta qualità che ha consentito all’azienda di ottenere importanti riconoscimenti in Italia ed all’estero. Fu il primo nel meridione ad utilizzare il metodo classico champenoise per spumantizzare.

Grazie al pregio del suo Asprino d’Aversa ottiene ben presto la certificazione Doc. Nel 1992 realizza la nuova cantina di oltre 3500 mq coperti, dotata delle più moderne tecnologie, superando il milione di bottiglie prodotte in 1 anno ed ottenendo, primo in Campania la certificazione di qualità. Così i vini di Corrado Caputo sono esportati in 40 paesi del mondo e sbarcano dal 1996 finanche in Cina. Non mancano anche i riconoscimenti e premi in tutto il mondo dal Vinitaly di Verona al Concourse Mondial du Vin di Bruxelles, in Giappone, a Londra e San Paolo del Brasile con recensioni su tutte le principali guide del settore. Per la sua attività di imprenditore Corrado è stato insignito della benemerenza di Cangrande della Scala a Verona, per il contributo alla sviluppo e promozione dell’enologia campana, del Titolo di Cavaliere, di Ufficiale e di accademico della Pontificia Accademia Tiberina, sempre per i suoi meriti in campo imprenditoriale.

Tra i suoi vini più conosciuti : il Vino del Nonno, il Caputo Brut, il Fescine, lo Zicorrà. La sua vita, una sintesi tra passione, lavoro e rispetto per la propria terra, valori che è riuscito ad infondere anche ai figli e ai nipoti. Con la scomparsa di “Zi Corrà” come amava chiamarlo chi lo aveva conosciuto va via per sempre un pezzo insostituibile e prezioso dell’imprenditoria campana.

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