di Mario De Michele

Non tutti conoscono un bellissimo brano di Riccardo Cocciante. È intitolato “Era già tutto previsto”. Quella canzone oggi potrebbe fare da colonna sonora all’amministrazione comunale di Orta di Atella. Come più volte anticipato da Campania Notizie Vincenzo Gaudino ha ritirato le dimissioni da sindaco rassegnate lo scorso 7 marzo. Il primo cittadino aveva gettato la spugna, come da lui stesso riferito, per i contrasti con i Democratici e Riformisti che poche ore prima avevano sottoscritto un documento per annunciare l’appoggio esterno alla maggioranza di centrosinistra. Cos’è cambiato da allora? Non ci è dato sapere. Finora Gaudino non ha motivato le ragioni del suo dietrofront. Ed è grave. Per 20 giorni la popolazione ha tenuto il respiro sospeso in attesa di sviluppi politici. Per 20 giorni la maggioranza e i ribelli hanno tenuto riunioni, anche notturne, rigorosamente riservate. Per 20 giorni è calato un silenzio tombale sulla città. Tutto in perfetto stile prima Repubblica. I panni sporchi si lavano in famiglia? Non dovrebbe essere così nella vita pubblica dove dovrebbero regnare trasparenza e onestà intellettuale. E invece Gaudino e company se ne sono altamente fregati della gente. Si sono rinchiusi nelle stanze del potere per trovare in clandestinità una soluzione alla crisi. L’esatto contrario di quanto promesso in campagna elettorale. Riportiamo un passo del programma-libro dei sogni del centrosinistra. “…Noi pensiamo che debba essere sottoposto a critica il tacito paradigma per cui il cittadino debba essere coinvolto solo quando si configura come potenziale elettore. Abbiamo un’altra idea di relazione umana: pensiamo ad una politica di concertazione che veda coinvolte le famiglie, le scuole, le parrocchie, le associazioni, in una sinergia virtuosa capace di azzerare le distanze… In questa logica pensiamo che debbano essere introdotte forme di democrazia diretta che stimolino le capacità creative, propositive, culturali dei cittadini, oltre che una predisposizione al controllo sul campo dell’operato dell’amministratore…”. Che belle parole.

Senonché quando si è passati ai fatti Gaudino e la sua coalizione si sono chiusi nelle stanze del palazzo e in barba alla trasparenza hanno fatto e disfatto tutto alle spalle dei cittadini fornendo l’ennesima riprova di uno scontro interno nato esclusivamente sulla spartizione delle poltrone. Al momento la gente non sa perché Gaudino è tornato al suo posto. Non sa come e da chi è formata la maggioranza. Non sa un bel nulla. Il sindaco si è premunito soltanto di restare in carica senza spiegare alla città cosa sia successo prima durante e dopo. Nella sua lettera di dimissioni rimarcò che alla base della decisione c’erano “contrasti con i Democratici e Riformisti”. Oggi quei contrasti sono stati superati? E sulla scorta di quale accordo? Insomma cos’è cambiato oggi rispetto a 20 giorni fa. Silenzio tombale anche da parte delle forze che compongono la coalizione di governo. Eppure all’inizio della crisi è scoppiata una guerra all’ultimo sangue tra Gaudino, Città Visibile e Orta in Movimento da un lato e Dem e Riformisti dall’altro. Nell’annunciare l’appoggio esterno questi ultimi usarono parole di fuoco bocciando praticamente in toto l’operato dell’amministrazione (scripta manent). I fedelissimi del sindaco andarono alla controffensiva con un documento pieno zeppo di attacchi e critiche all’indirizzo dei Dem e Democratici (scripta manent). In buona sostanza le due componenti della maggioranza si annientarono a vicenda. Tutto nero su bianco. La distanza insormontabile tra i due schieramenti in lotta è azzerata, ridotta o è immutata? Non una parola. Gianfranco Piccirillo, Espedito Ziello e Mario Vozza sono tornati all’ovile? Non si sa. I consiglieri Adriana Cinquegrana, Antonino Santillo e Michele De Micco, che non parteciparono all’ultimo consiglio comunale, daranno l’appoggio esterno all’amministrazione oppure si sono rimessi in riga con la coda tra le gambe? Boh. Dopo 20 giorni il sindaco Gaudino, tra una camminata e l’altra sulle acque, ritira le dimissioni come se nulla fosse. E no, egregio signor sindaco. Non funziona così. Il municipio non è come casa propria. Non è concesso aprire una crisi amministrativa e chiuderla senza illustrare passo dopo passo perché è stata superata. Non avveniva nemmeno ai tempi della Dc. Niente di nuovo sotto il cielo. Nella “politica politicante” al peggio non c’è mai fine.

LA STRIMINZITA LETTERA DI VINCENZO GAUDINO

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