di Mario De Michele

Dalle urne di Orta di Atella esce un risultato inequivocabile. Il fronte riformista e progressista è il grande vincitore delle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale. La lista Democratici e Riformisti porta in assise ben 5 esponenti. Una vittoria netta. Che è lo specchio della contrapposizione tra due big regionali: Gennaro Oliviero, in campo per il neo sindaco Vincenzo Gaudino, e Giovanni Zannini al fianco dello sconfitto Gianfranco Arena. Il presidente del parlamentino campano batte senza appello il capo della commissione Ambiente. Ma va dato atto al gruppo dirigente locale riformista e democratico di aver costruito negli anni una squadra in grado di ottenere un risultato agognato da tempo. Gli elettori hanno creduto nella ricetta di Gianfranco Piccirillo, Mario Vozza e Espedito Ziello (e della vecchia guardia che sta dietro). Ora, com’è giusto che sia in un sistema democratico, spetta innanzitutto a loro governare e trovare le soluzioni adeguate ai gravi problemi della città. L’esito elettorale pone in risalto anche l’ottimo risultato di Città Visibile. Tre i consiglieri conquistati. Uno in più di Orta in Movimento della lista del senatore Fabio Di Micco. Particolarmente entusiasmante il dato di Marilena Belardo, consigliere uscente. Sul fronte dei vinti si lecca le ferite il deputato di Fdi Giovanni Russo, che comunque porta a casa un consigliere. Per leggere tra le righe il voto ortese si deve tenere in conto l’astensionismo. Quasi la metà degli aventi diritto al voto non si è recato alle urne. Un dato allarmante che da un lato segna la sfiducia dei cittadini nei confronti della politica, dall’altro mette in luce l’incapacità del centrodestra di avanzare una proposta attrattiva. Un’ultima valutazione è di ordine generale. Orta di Atella tornava al voto dopo due anni di scioglimento per infiltrazioni camorristiche. Già per questo non può essere considerata una città “normale”. A ciò si aggiunge il saccheggio edilizio degli ultimi 20 anni. Queste elezioni rappresentano una svolta. È finita l’era di Angelo Brancaccio, artefice di tutti i mali o capro espiatorio, a seconda dei punti di vista. La campagna elettorale e le operazioni di voto si sono svolte liberamente. Senza alcun condizionamento esterno. Ora la palla passa ai vincitori. A loro oneri e onori. A partire dall’approvazione del Piano urbanistico comunale. Non c’è più l’alibi Brancaccio. Si volta pagina. Per Gaudino e company oneri e onori. La legalità va praticata. Non sbandierata.

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