Brucia ancora la sua esclusione dalla lista Pd alle regionali della Campania. La ferita è aperta. E servirà molto tempo per metabolizzare una scelta che lui definisce inaccettabile sia sotto il profilo politico che personale. Ai microfoni di Campania Notizie Dionigi Magliulo si “confessa”. Ripercorre le tappe del percorso accidentato sul quale è inciampato già prima che iniziasse la corsa per un posto nel parlamentino campano. “Il partito – afferma senza nascondere l’amarezza -si è comportato in modo scorretto senza valutare la storia politica di un dirigente e amministratore come me che ha sempre rispetto le regole. Sono stato rinviato a giudizio per corruzione elettorale in base a una denuncia dei miei avversari alle comunali di Villa di Briano. Ho deciso di difendermi nel processo, dove dimostrerò la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestato”. È deluso  Magliulo. Ed è comprensibile. Anche alla luce dei tanti “impresentabili” inseriti nelle liste a sostegno di Vincenzo De Luca. “C’è un rammarico maggiore – osserva il sindaco di Villa di Briano – perché in altre liste, anche in quelle del Pd, si è chiuso un occhio e in qualche caso anche due”. Il risentimento nei confronti di Assunta Tartaglione è esplicito. “Si è comportata malissimo sotto tutti punti di vista”. C’è delusione ma anche la volontà a voler proseguire la sua battaglia politica nel partito. Ma sarà in prima linea in questa campagna elettorale? Su questo punto Magliulo è diplomatico. E non sembra tanto entusiasta. Però deve far buon viso a cattivo gioco.

Mario De Michele

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