Basta un attimo e l’aula esplode. Si dibatte dell’istituzione della commissione Antimafia. Prende la parola Giovanni Donzelli, potente deputato di Fratello d’Italia, vicinissimo a Giorgia Meloni, vicepresidente del Copasir, con incarichi apicali nel partito e scelto di recente anche come commissario della federazione romana di FdI. Fa riferimento a una visita in carcere all’anarchico, nel passato, di alcuni parlamentari del Pd, tra cui Andrea Orlando, Walter Verini e Debora Serracchiani, effettuata tra l’altro nell’esercizio delle loro prerogative di parlamentari. E cita parti delle affermazioni di Alfredo Cospito riportate da Repubblica in relazione al 41 bis. La bagarre con il Pd è inevitabile, la miccia e innescata. E sul caso interviene il presidente dell’Aula, Lorenzo Fontana: “La dialettica ha superato il limite del rispetto”. Per questo ha nominato un Giurì d’onore che farà luce sulla vicenda. Intanto domani, mercoledì 1 febbraio, il ministro della Giustizia Carlo Nordio riferirà alla Camera sul caso Cospito. Ecco le parole di Donzelli che accendono la miccia in Aula: ”Il 12 gennaio 2023 non è l’unico incontro che ha avuto Cospito. Mentre parlava con i mafiosi incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando, che andavano a incoraggiarlo nella battaglia. Allora voglio sapere, Presidente, se questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia. Lo vogliamo sapere in quest’Aula, oggi!”. Un’equazione inaccettabile, per il Partito democratico. Un insulto che richiede scuse immediate. In un attimo, esplode il caos a Montecitorio. Paonazzo, prende la parola Federico Fornaro, poi tocca a Debora Serracchiani: “Sbaglia chi pensa di poterci dividere tra buoni e cattivi su temi così delicati. È stato un grave errore intervenire questa mattina con parole che avrebbero dovuto essere evitate nel modo più assoluto”, ha detto la capogruppo del Pd che ha invitato “Giovanni Donzelli a vergognarsi”. “Ci sono molte ragioni per le quali potremmo invitare Donzelli a vergognarsi – replica di Peppe Provenzano, vicesegretario del Pd, in Aula e poi sui social – Oggi ha infangato con accuse assurde l’unità che la politica dovrebbe avere sulla lotta alla mafia, disonorando la memoria dei nostri martiri. FdI fa peggio, si scusi Giorgia Meloni”. Sono furiosi, chiedono un intervento del gruppo di Fratelli d’Italia, pretendono una totale retromarcia di Donzelli. Che però, nei minuti successivi, non arriva. “Le scuse? No. Andrò volentieri al giurì d’onore per chiedere al Pd di chiarire le sue parole. Mi auguro che la sinistra italiana che sta balbettando su Cospito chieda scusa agli italiani”, la risposta del responsabile organizzazione di FdI. Aggiungendo poi che sulla vicenda “s’è espresso il capogruppo di Fratelli d’Italia, il responsabile dell’organizzazione, forse qualche iscritto non sarà d’accordo ma direi che il partito ha parlato. Meloni? Non le ho parlato, non la chiamo prima di intervenire, ma credo che non vada trascinata la premier in un dibattito tutto parlamentare”. Donzelli ha invece avuto un colloquio telefonico con Matteo Salvini che ha confermato la sintonia con l’alleato. “La maggioranza è compatta, nessuna tensione”, spiega il deputato in Transatlantico. Con la meloniana Lucaselli che rilancia: ”La questione nasce da un fatto: è vero o no che alcuni parlamentari del Pd sono andati a trovare Cospito? Donzelli nell’ambito della critica politica ha semplicemente riportato un fatto”.

Il centrosinistra sceglie la linea dura. Parla anche Enrico Letta, chiede ”rispetto”. Cosa c’entra una visita in carcere effettuata da alcuni parlamentari con la mafia? ”Così – attacca il verde Angelo Bonelli – è complicato andare avanti! Onorevole Donzelli, lei ha detto una sciocchezza. Si scusi”. Le opposizioni, per una volta unite, puntano il dito contro le fonti del deputato FdI e a un presunto abuso della sua posizione da presidente del Copasir. I 5 stelle chiedono la convocazione del Comitato. Il Pd chiede chiarimenti. Italia viva le dimissioni di Donzelli. “Alla rilettura dei resoconti emerge qualcosa di particolarmente grave. Donzelli ha raccontato di colloqui tra anarchici e ‘ndranghetisti. Parliamo di qualcosa che è stato riferito al Copasir e sarebbe dovuto restare nella cassaforte del pensiero e delle conoscenze di ciascun componente del Copasir. Credo che il Copasir debba far pervenire all’aula tutta la consistenza di questa notizia riservatissima e chiediamo al presidente del Copasir, con urgenza, ad horas la sua convocazione”. Così il deputato M5S Federico Cafiero De Raho.

“Ogni minuto che passa la posizione di Donzelli si aggrava”, premette intervenendo in Aula della Camera il deputato dem e vicesegretario del Pd Peppe Provenzano, che aggiunge: “Chiediamo al ministro Nordio di chiarire in quest’Aula alcuni particolari emersi dall’intervento di Donzelli, che ha chiarito di non essere venuto in possesso di quelle informazioni dal Copasir, ma non ha chiarito come ne è venuto in possesso, allora o l’onorevole Donzelli ha chiesto un accesso agli atti” del Copasir “e lo può dire” o “ha avuto queste informazioni in altro modo. A noi risulta che le informative del Dap entrano nella disponibilità del Dap ed è il ministro della Giustizia a decidere l’eventuale diffusione di queste informazioni e allora Donzelli e tutto il gruppo di FdI devono chiarire come sono venuti in possesso di queste informazioni riservate e quando” a diffondere informazioni riservate è “un vicepresidente del Copasir, allora nessuno può sentirsi al sicuro”. “È inaccettabile quello che l’onorevole Donzelli ha detto questa mattina ed è ancor più grave quello che ha detto rispetto a documenti che avrebbe visionati”, attacca Maria Elena Boschi. “Donzelli dovrebbe chiedere scusa e lasciare il suo ruolo di vicepresidente del Copasir”. L’interessato si difende negando tutto: “Non è possibile che abbia avuto quelle informazioni che ho citato dal Copasir perché per gli atti c’è un registro apposito su cui si firma quando si consultano, e io non ho mai consultato alcun documento del Copasir”, chiarisce. “Come mi sono arrivati quei documenti? Sono depositati al Ministero della Giustizia, non secretati e consultabili da qualsiasi deputato. Sono stati consegnati dal Dap. Lo dico senza alcuna polemica e senza entrare nel merito. Se mai avessi usato il Copasir per quegli atti certamente mi sarei dovuto dimettere”, ha concluso. Rispetto a quanto accaduto in Aula è intervenuto il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. “Non è compito del presidente della Camera né dei vicepresidenti entrare nel merito politico delle doichiarazioni rese in Aula dai deputati – ha chiarito – I toni e le parole utilizzati debbono tuttavia essere sempre mantenuti nell’alveo del rispetto reciproco, che deve essere assicurato anche nei confronti delle istituzioni di cui facciamo parte. Ma senza dubbio la dialetta politica è andata senza dubbio oltre il rispetto reciproco”, ha aggiunto la terza carica dello Stato”. Motivo per cui Fontana ha deciso di istituire un Giurì d’onore che faccia chiarezza. “Nell’ambito delle prerogative previste dal regolamento – ha detto – è stato richiesto al presidente di nominare una apposita commissione che sarà incaricata di verificare quanto avvenuto e la fondatezza di quanto affermato. Ritengo che l’attivazione di tale strumento possa condurre a una opportuna soluzione della vicenda”.

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