“Coraggiosa e basata su scelte politiche”. Così Giorgia Meloni ha descritto la Manovra appena approvata, nella conferenza stampa di presentazione del testo. Un impianto che nel complesso vale 35 miliardi. “Sono molto soddisfatta del lavoro che abbiamo fatto con questa manovra finanziaria”, ha detto Meloni. “Abbiamo scritto una legge di Bilancio che non si limita a una lavoro ragionieristico ma fa delle scelte politiche”, ha proseguito. Molti i punti toccati: dallo stop al reddito di cittadinanza dal 2024 per gli occupabili, alle novità in tema pensionistico con l’introduzione di quota 103 e le modifiche a Opzione donna, fino alle modifiche al congedo parentale e all’assegno familiare. Spazio anche all’intervento sul cuneo fiscale e alle misure a sostegno della famiglia, con l’introduzione di un mese di congedo parentale retribuito all’80% oltre a quelli attualmente previsti. “Non ci sono bonus” o condoni, “considero importante che si sia aperto il varco” con delle scelte politiche che caratterizzano la legge di bilancio, “sono molto fiera” di queste misure. Di fronte ad una manovra che concede poco alle piccole questioni io non ho visto egoismi. Crediamo e speriamo che la legge di bilancio possa essere migliorata in Parlamento e che le forze politiche dimostrino la stessa serietà dimostrata dal Consiglio dei ministri.” Sul reddito di cittadinanza Meloni aggiunge: “Siamo fedeli ai nostri principi: si continua a tutelare chi non può lavorare, aggiungiamo anche le donne in gravidanza, ma per chi può lavorare si abolirà alla fine del prossimo anno e non potrà essere percepito per più di 8 mesi e decade alla prima offerta di lavoro. Nella manovra ci sono “tre tasse piatte”, tra cui quella “sui redditi incrementali alle partite Iva che hanno una tassa piatta del 15% sul maggiore utile conseguito rispetto al triennio precedente con soglia massima 40 mila euro, il che dimostra che si tratta di una misura rivolta al ceto medio, che non favorisce i ricchi e riconosce i sacrifici di chi lavora”. Meloni ricorda l’aumento della flat tax a 85mila euro e “l’introduzione della tassa piatta al 5% sui premi di produttività fino a 3mila euro contro il 10% previsto attualmente e fa il paio con estensione fringe benefit”. Infine il premier sottolinea che “come promesso, la voce maggiore di spesa della manovra riguarda il tema del caro bollette: su una manovra di 35 miliardi, i provvedimenti per l’energia sono di circa 21 miliardi, ovviamente le due scelte fondamentali riguardano i crediti di imposta per le aziende, per cui è previsto un credito che si applica su parte dell’aumento che le imprese hanno fatto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quindi – ha concluso Giorgia Meloni – noi confermiamo e aumentiamo i crediti dal 40 al 45% per le aziende energetivore e fino al 35% per le non energivore”.

Mario De Michele

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