Ha avuto la meglio la logica politica persino in fatto di ricostruzione post terremoto: Giovanni Legnini, dem di lunga esperienza, ex vice presidente del Csm, commissario per le aree terremotate dal 2020, è stato sostituito dal marchigiano Guido Castelli, senatore di Fratelli d’Italia ed ex assessore della giunta regionale di Francesco Acquaroli, in una filiera di fedelissimi meloniani. Le opposizioni protestano; la destra si complimenta. Castelli è stato sindaco di Ascoli, poi in Regione con la delega al Bilancio e quindi la politica nazionale da senatore. Conosce bene la realtà delle zone del sisma del 2016 che registrò il 30 ottobre del 2016 una magnitudo di 6.5. Ben 80 comuni marchigiani furono coinvolti – da Macerata ad Arquata, la cui frazione Pescara del Tronto venne praticamente rasa al suolo – in una sequenza sismica che fu detta di Amatrice-Norcia-Visso. Lasciò sotto le macere 299 vittime. Riprendere le fila della ricostruzione tra difficoltà, burocrazia e ritardi ha rappresentato una sfida impervia e Legnini era riuscito ad ottenere tra l’altro un fondo dedicato e aggiuntivo nel Pnrr. Da qui la sorpresa e le proteste. Enrico Letta, il segretario del Pd, ha twittato: “Che brutto segnale. Lo spoil system applicato dal governo alla gestione del post terremoto è una pessima scelta. Un grazie sincero a Giovanni Legnini per la dedizione, l’efficienza e il piglio istituzionale con cui in tutti questi anni ha gestto una vicenda così delicata”. Ma sono stati soprattutto gli amministratori locali e la popolazione a protestare. Dall’Anci, l’associazione dei Comuni al sindaco di Norcia, Nicola Alemanno e anche il vescovo di Norcia, monsignor Renato Boccardo usa parole dure: “Non ho nulla contro il nuovo commissario che peraltro conosco, ma credo che l’operazione sia figlia di una politica di scellerata e di basso livello che passa sopra la testa della gente. La non conferma di Legnini è uno schiaffo alle popolazioni terremotate”. Maurizio Mangialardi a nome del Pd marchigiano denuncia: “E’ il momento del cambio di passo per noi nella ricostruzione, e lo dico senza voler fare polemiche politiche, ma è un clamoroso errore questa nomina. Senza nulla togliere a Castelli, non bisognava interrompere il lavoro di Legnini che era riuscito a recuperare il tempo perduto”. I dem parlano di “spoil system sulla pelle dei terremotati”. E ora il primo appuntamento di Castelli sarà già la prossima settimana con il ministro Nello Musumeci che ha la delega alla Protezione civile. Proteste anche dagli abruzzesi del Terzo Polo che accusano Meloni di “nuovo sgarbo all’Abruzzo”, come dichiara Giulio Sottanelli. Walter Verini, senatore e tesoriere del Pd, umbro, avverte del “grave errore della sostituzione in corso d’opera”.

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