“Credi nell’impossibile e l’impossibile accadrà”. Nella campagna elettorale per le politiche il capolista del Pd alla Camera Stefano Graziano, rieletto deputato nonostante il sabotaggio sistematico di Gennaro Oliviero, ha fatto propria una frase di Eraclito. Una massima che racchiude alla perfezione la vicenda amministrativa di Cesa. Nel consiglio comunale di ieri (4 ottobre) è accaduto l’impossibile: è finito il dominio di Enzo Guida, durato 7 anni. Un settennato costellato da esposti anonimi e da lettere scarlatte, tutti puntualmente scritti dalla stessa longa manus. Sette anni di imbarbarimento politico in cui gli avversari o i personaggi scomodi, quelli fuori dal coro, venivano colpiti giocando sporco. A far male. Malissimo. Senza pietà alcuna. Sette anni di arretramento socio-culturale. Sette anni di gestione dittatoriale basata sul terrore di inimicarsi l’imperatore. Sette anni in cui sono proliferate solo le associazioni locali cortigiane e a conduzione familiare, mentre quelle critiche rispetto al governo della città sono state malamente messe nell’angolo. Sette anni durante i quali i partiti, in primis il Pd, si sono ridotti a scendiletto del dominus dell’amministrazione.

La Nuova (?) Primavera Cesana

Sette anni in cui gli alleati non hanno mai praticato la dialettica e il confronto per migliore lo status quo, trasformandosi in cani da compagnia in attesa che il padrone riempisce almeno un paio di volte al giorno la scodella delle crocchette. Da ieri il metodo Guida è stato sconfitto. E Cesa ritorna a respirare aria di democrazia. L’assise ha aperto una nuova stagione: una vera Primavera cesana. I comizietti da quattro soldi del sindaco lo hanno coperto di ridicolo. Hanno mostrato che è un gigante dalle gambe di argilla. L’opposizione lo incalzava su questioni amministrative con tanto di riferimenti normativi e una raffica di documentazione, e lui, Guida, sembrava un alieno. Blaterava di mirabolanti progetti della sua giunta. Perseverava in una narrazione da regime. Non rendendosi conto che il regime è giunto al capolinea. Si autocelebrava da far invidia a Nerone nei suoi momenti di massima esaltazione. Si pavoneggiava per le sue doti. Ma il trucco e il parrucco non funzionano più. È stato smascherato dai fatti, dagli atti, dalle scelte scellerate di una coalizione di centrosinistra allo sbando. IGNOBILE AUTOCOMMISERAZIONE, APPALTI A FAMILIARI E PARENTOPOLI – L’operazione vittimismo, che in parte aveva funzionato in campagna elettorale con tanto di lacrimucce durante un comizio in piazza De Michele, non fa più presa sull’opinione pubblica. Che finalmente ha capito che Guida è il carnefice. Altro che vittima. È lui il motore di un’amministrazione che affida incarichi diretti di decine e decine di migliaia di euro ai parenti stretti di assessori e di esponenti della maggioranza. Esempi lampanti il cugino (affidamento di 73mila euro) del delegato ai Lavori pubblici Cesario Villano e il fratello del consigliere Nicola Autiero (incarico di 72mila euro da dividersi con i suoi soci). Alle legittime rimostranze dell’opposizione, che ieri ha dimostrato di essere cresciuta e di possedere maggiore consapevolezza, sull’indecente presenza nei concorsi comunali di familiari di primo grado del sindaco (il fratello e la compagna), del vicesindaco Giusy Guarino (il marito), del consigliere Autiero (la figlia), Guida ha risposto con la faccia più tosta di un bronzo di Riace: “E che c’è di male, è tutto regolare”. Smarrendo completamente la strada dell’opportunità politica. E soprattutto perdendo il polso della gente. Che, come ha giustamente fatto notare il consigliere di minoranza Carmine Alma, è indignata per il caso concorsi. Ed ha ragione Alma quando dice che i primi a essere disgustati sono proprio gli elettori di Guida. Se si andasse a votare domani gli elettori cesani lo manderebbero a casa a calci nel fondoschiena. IL CONFLITTO D’INTERESSI DI GUARINO, MANGIACAPRE FINTO TONTO E IL BUSINESS SUPERBONUS – La discussione sull’interrogazione dell’opposizione sul presunto conflitto di interessi di Guarino ha raggiunto le vette del surrealismo. Bunuel ne andrebbe fiero. Da un lato gli esponenti dell’opposizione Alma e Ernesto Ferrante (che merita rispetto per la grande onestà intellettuale) snocciolavano date, visure camerali, incarichi ricoperti, quando era in carica, da Guarino in cooperative sociali che hanno vinto appalti nell’Ambito socio-sanitario C6 e al Comune di Cesa, dall’altro Guida nel vestito stretto del sindaco pacato e umile metteva in guarda le istituzioni dal tritacarne mediatico. Il riferimento era a Campania Notizie che ha avuto l’ardire di commettere l’imperdonabile reato di lesa maestà. Nel consiglio di ieri è stata approvata con i soli doti della maggioranza una delibera per incaricare un legale per sporgere denuncia contro la nostra testata giornalistica. Ci auguriamo che sia la prima di tante. In sede giudiziaria faremo emergere molte altre verità sugli atti dell’amministrazione comunale. Sarà un vero spasso passare in rassegna tutti i provvedimenti sospetti adottati da Guida e company. Chiederemo la presenza delle telecamere affinché i cittadini di Cesa possano avere contezza di quello che ha combinato la maggioranza di centrosinistra. A partire dall’associazione a delinquere, composta da nomi illustri, che gestisce il mega business dei bonus edilizi. Ma a una condizione: ci accolleremo noi le parcelle degli avvocati incaricati dal Comune, non è giusto che a pagare le querele degli amministratori siano i contribuenti. Tornando al caso Guarino non è sfuggito a nessuno il miserevole tentativo del presidente del consiglio Mimmo Mangiacapre di rimescolare le carte citando date a caso. “La situazione è stata chiarita – ha detto il timoniere dell’assise – i fatti risalgono al 2020, quindi non c’è conflitto”. Poco prima la stessa Guarino aveva ammesso che la sua collaborazione con le coop risaliva già al 2018, quando era un’inesperta amministratrice. O Mangiacapre si è rimbambito, e non ci risulta, oppure ha fatto il solito giochetto in voga negli anni della sua gioventù politica: ha cercato di confondere le acque. Signor presidente del consiglio, questi trucchetti erano efficaci decenni fa, abbia maggiore rispetto della collettività e del suo ruolo istituzionale super partes. Sull’intricata vicenda Guarino la minoranza ha legittimamente chiamato in causa la segretaria comunale, alla quale ricordiamo che non è un convitato di pietra ma la responsabile dell’Anticorruzione. Si dia una mossa, anche perché prende l’indennità di funzione per svolgere quel ruolo. Quando Guida ha preso la parola per ribadire ad alta voce che lui è contro la camorra, in riferimento all’appalto affidato dal Comune alla coop Eco, creatura di Sofia Flauto, sotto inchiesta per reati di camorra, com’è nel suo stile ha scaricato tutta la colpa al funzionario Generoso Marrandino. “È un provvedimento gestionale, noi non c’entriamo niente”. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Sofia Flauto e Enzo Guida

IL COMUNE QUERELA CAMPANIA NOTIZIE MA I “COLPEVOLI” SONO I PM DELLA DDA – Il sindaco si è lamentato per l’accostamento, a suo dire capzioso operato da Campania Notizie, dell’amministrazione alla criminalità organizzata. Essendo laureato si presume che sappia comprendere il testo scritto. In quale articolo della nostra testata si ravvisa tale accostamento? Abbiamo semplicemente riportato stralci di una perquisizione apparsi su tutti i giornali del mondo: la fondatrice-padrona della Eco è indagata per reati di camorra nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Napoli che vede sotto accusa ben 20 persone, tra colletti bianchi ed esponenti di spicco della cosca. Secondo i pm Antonello Ardituro, Simona Belluccio e Vincenzo Ranieri, coordinati dal procuratore aggiunto Rosa Volpe, l’associazione a delinquere ha creato un vero e proprio “sistema” per il “controllo delle attività economiche anche attraverso la gestione monopolistica del Terzo settore finalizzato all’acquisizione di appalti e servizi pubblici in particolare sul territorio delle province di Caserta e Napoli”. Il sindaco Guida, gli assessori e i consiglieri di maggioranza hanno sbagliato il destinatario della querela. Non deve essere presentata contro Campania Notizie ma contro i pm Ardituro, Belluccio e Ranieri e contro il procuratore aggiunto Volpe. Cioè contro la Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Non è colpa di Campania Notizie se Sofia Flauto è accusata dalla Dda di concussione, turbativa d’asta, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e per 416 bis primo comma, che prevede “l’aumento di pena quando la condotta tipica sia consumata al fine di agevolare le associazioni mafiose, abbia natura oggettiva concernendo le modalità dell’azione, ovvero abbia natura soggettiva concernendo la direzione della volontà”. Guida e i suoi sodali dovrebbero interrogarsi sulla vera questione: come mai la Eco, unica tra le coop, ha beneficiato dal Comune di Cesa di un appalto di 25mila euro e ha compartecipato a un progetto che prevede un finanziamento statale fino a 350mila euro? Non sarebbe stato più opportuno affidarsi a un coop “partorita” da una persona che non ha gravi problemi con la giustizia come la Flauto?

I consiglieri di opposizione

IL GARANTISMO FARLOCCO DI GUIDA E LE ACCUSE DI COLLUSIONE TRA CLAN E MINORANZA – Su questo punto il primo cittadino ha ampiamente valicato i confini del ridicolo. Ha indossato i panni del garantista puro e duro. Senonché, come hanno rilevato i membri dell’opposizione, nei giorni scorsi è apparso sui muri della città un manifesto a firma della maggioranza in cui si adombravano gravissimi collegamenti tra la minoranza e la camorra. Al punto che Alma ha annunciato una denuncia penale per “far ingoiare agli autori quel manifesto infame”. Insomma ieri in assise si è assistito a un Guida double face. A volte è apparso una pecorella smarrita, altre un lupo cattivo, altre ancora vittima sacrificale: Ma alla fine è venuta fuori la sua vera natura. È diventato verde come Hulk e ha vomitato addosso alla minoranza tutta la sua innata protervia e arroganza. Però il gigante con le gambe di argilla è crollato come un castello di carta quando, prendendo le difese della Guarino, ha detto che “si è giunti a un livello giornalistico così inquietante che mancava solo che venisse pubblicato quanto guadagnava l’assessore nel suo lavoro privato”. Qui tutti hanno capito che Guida è totalmente in bambola. Con deliberazione n. 196 del 21 marzo 2019 l’Anac ha chiarito che, “anche per i consiglieri comunali residenti all’estero sussiste l’obbligo di comunicare la dichiarazione dei redditi ai fini della pubblicazione sul sito istituzionale del Comune”. La ratio della previsione normativa è quella di “rendere conoscibile il dato relativo alle retribuzioni percepite dai titolari di incarichi politici”. In buona sostanza l’Autorità nazionale anticorruzione ha codificato il principio della trasparenza e della conoscibilità dei redditi degli amministratori locali. L’obiettivo è palese: i cittadini devono conoscere il reddito iniziale dei propri rappresentanti istituzionali e quello finale per verificare se si sono arricchiti o meno, e in quali modi, durante il mandato. Direbbe Totò: “Ma Enzo Guida è avvocato, nooo?”. Lasciamo perdere. La notizia è un’altra. Ed è storica per Cesa: nel consiglio comunale di ieri si sono svolte le esequie del sindaco. Si terranno alle prossime elezioni. Si dispensa dai fiori. È Primavera. Quella vera.

Mario De Michele

ALCUNI STRALCI DEL DECRETO DI PERQUISIZIONE A CARICO DI SOFIA FLAUTO


LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui