A livello provinciale siamo al rigor mortis. Sul piano regionale si è estinto da oltre un anno. A Roma non c’è, non c’è mai stato e non ci sarà mai. Gennaro Oliviero è come un pugile suonato. Ha il volto tumefatto. I “secondi” dovrebbero gettare quanto prima la spugna per porre fine a questo gioco al massacro. Ha perso malamente un altro round, l’ennesimo, anche sulla richiesta (tragicomica) di cancellazione dall’anagrafe degli iscritti di Silvio Sasso, Massimo Schiavone e Carlo Loffredo. Richiesta formulata da Franco Sessa, segretario del circolo Pd di Sessa Aurunca, uno dei pochi cagnolini di compagnia che scodinzolano ancora al cospetto del presidente del consiglio regionale della Campania. Silvia Velo, presidente della commissione nazionale di garanzia, ha impartito agli olivieriani una lezione procedurale che assomiglia a una sculacciata. “Il comma 9, dell’articolo 4 dello Statuto Nazionale del PD stabilisce che: “Le persone appartenenti ad altri movimenti politici o iscritte ad altri partiti politici o aderenti, all’interno delle Assemblee elettive, a gruppi diversi da quello del Partito Democratico, non possono essere registrati nell’Anagrafe degli iscritti e nell’Albo degli elettori del PD”. Proprio quando Oliviero e company si accingevano a festeggiare è arrivata la doccia fredda. “La condizione di cui al richiamato comma 9, dell’articolo 4 dello Statuto nazionale – sottolinea Silvia Velo – non può comunque essere considerata sine die e può sempre essere modificata nel tempo; risulta dagli atti pervenuti alla CNG che Silvio Sasso, Massimo Schiavone e Carlo Loffredo abbiano richiesto l’iscrizione al Gruppo Consiliare del Partito Democratico di Sessa Aurunca il 14 gennaio u.s.; inoltre, l’articolo 55 (Disposizione transitoria e finale) dello Statuto nazionale stabilisce, tra l’altro: “Possono prendere parte al processo costituente: gli iscritti al Partito Democratico al 2021 che abbiano rinnovato l’adesione per l’anno 2022, nonché i nuovi iscritti entro la data di celebrazione dei congressi locali; gli iscritti ai partiti e movimenti politici, alle associazioni e ai movimenti civici che con deliberazione dei propri organismi dirigenti aderiscano al processo costituente; i cittadini che affermano la volontà di partecipare al processo costituente, sottoscrivendo l’appello alla partecipazione con una adesione certificata, anche nella modalità on-line, che può prevedere la raccolta di un contributo volontario a partire dall’importo di 1 euro”. Il presidente della commissione nazionale di garanzia rimarca inoltre che “sarà sempre possibile aderire al processo costituente entro la data fissata per la conclusione della fase congressuale di discussione delle piattaforme politico programmatiche con il voto degli iscritti sulle candidature a Segretario/a nazionale. I partecipanti al processo costituente acquisiscono lo status di iscritti al Partito nel momento in cui partecipano alle operazioni di voto nella prima fase congressuale, ovvero all’atto della presentazione o della sottoscrizione di candidature al congresso, se già iscritti per l’anno 2021, rinnovino l’iscrizione entro le medesime date, risultando così iscritti al PD”. Lo scodinzolante Franco Sessa ha abbassato la coda. I seguaci di Oliviero hanno rimesso in freezer lo spumante (peraltro scadente). Silvio Sasso, Massimo Schiavone e Carlo Loffredo sono a pieno titolo esponenti del partito democratico. Per la verità sono i veri rappresentanti dei dem di Sessa Aurunca. Tutti sanno che alle ultime comunali ci fu uno scippo politico osceno. Il timoniere del parlamentino campano sperava di farli fuori una volta per tutte giocando sporco. Alla fine della fiera è lui ad essersi infangato. Ha silurato un sindaco del Pd per far eleggere uno di estrazione di centrodestra (ex consentiniano di ferro). L’anti-politica allo stato puro. Oliviero persevera a spaccare il partito, a impedirne la pacificazione, a trasformare il congresso in una resa dei conti. Sta ledendo l’immagine del Pd e picconando Stefano Bonaccini. Sasso, Landolfo e Schiavone, che hanno sempre votato per i dem, non dovrebbero essere considerati democratici. Oliviero, che non ha fatto la campagna elettorale per il Pd alle ultime politiche, allora dovrebbe essere cacciato a calci? Pur di boicottare Stefano Graziano ha boicottato il partito. Un sabotaggio “scientifico”. Una vergogna che grida ancora vendetta.

Mario De Michele

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