Da sinistra, Alfonso Oliva, Gimmi Cangiano, Franco Matacena e Giuseppe Mariniello

Si va via via delineando il quadro politico di Aversa in vista delle elezioni dell’8 e 9 giugno. Ieri abbiamo anticipato l’accordo tra Fratelli d’Italia e Franco Matacena, avvenuto al termine di una domenica “bestiale”. Ne parliamo con Gimmi Cangiano, leader provinciale e deputato del partito di Giorgia Meloni.

È stata una scelta travagliata ma alla fine Fratelli d’Italia ha deciso di appoggiare alle comunali di Aversa Franco Matacena, a capo di una coalizione centrista e non Antonio Farinaro, che guida il centrodestra, perché?

“In realtà la situazione è molto più complessa di quello che appare esternamente. Ed è fin troppo semplicistico etichettare come centrista la coalizione di Matacena e come centrodestra quella di Farinaro. L’unico dato reale ed oggettivo è che entrambi i progetti si presentano variegati ed eterogenei”.

Si è consultato con Roma? Ha ricevuto il via libera dai vertici nazionali?

“Roma ha chiesto di poter essere rappresentati e rappresentativi con una lista che non abdicasse al nostro simbolo. Queste le indicazioni. A cui è seguita la determinazione della piena autonomia da parte del presidente provinciale a fare le scelte che sembrassero più coerenti. Ed io mi sono assunto le responsabilità del mio ruolo, e questa scelta l’ho fatta”.

Da quanto ci risulta lei ha lavorato fino in fondo per l’intesa con il centrodestra. Perché è saltato tutto?

“Non ho mai nascosto che il mio obiettivo primario è sempre stato ricompattare il centrodestra, o quantomeno provarci. Nella giornata di ieri ho pertanto tentato più volte prioritariamente un dialogo con Farinaro, che del centrodestra, o comunque di parte di esso, si era posto come espressione chiara. Ma a sorpresa non ho trovato terreno fertile. Forse perché da quel lato si è cercato nelle ultime ore di tendere più verso la quantità dei candidati e delle liste. Ed anzi non vorrei che alla qualità di una proposta politica e partitica seria come la nostra, sia stata preferita la possibilità di un’alleanza seminascosta con pezzi del PD e dei 5S. Ho comunque continuato a lavorare per compattare il centrodestra anche dopo il mancato dialogo con Farinaro. Ed ho trovato in Matacena interlocutore attento e propositivo nel voler riproporre un centrodestra ad Aversa di spessore e qualità, che vedrà Fratelli d’Italia protagonista di questa sfida che con entusiasmo abbiamo accettato”.

Ad Aversa lei sarà da un lato, il suo collega parlamentare di centrodestra Gianpiero Zinzi da un altro. Una posizione politicamente imbarazzante.

“Le ripeto: laddove non è stato possibile costituire a livello locale una coalizione di centrodestra che richiamasse quella nazionale, di imbarazzante resta poco. Non cambierà la stima e la collaborazione verso i miei colleghi che siedono con me in Parlamento. Ma le esigenze di un territorio che mi appartiene e che ha contribuito ad eleggermi parlamentare. E comunque c’è tempo ancora per costruire le liste, le coalizioni ed i progetti. Mancano due settimane piene. Ed io spero che anche l’amico Gianpiero Zinzi possa decidere di diventare parte integrante di questo progetto aversano. Perché così il centrodestra sarebbe davvero vincente e compatto”.

Nei giorni scorsi il leader cittadino di FdI Alfonso Oliva aveva dato l’endorsement a Matacena. Per evitare spaccature locali lei si è accodato all’ex consigliere comunale oppure crede in questo progetto?

“Anche la posizione di Alfonso Oliva e della sezione locale di FdI è frutto di questa non univoca definizione della coalizione che sostiene il candidato Farinaro, cui rinnovo la stima e un in bocca al lupo per la campagna elettorale. Quindi nessun diktat né tentativi di evitare fratture. Semplicemente una posizione condivisa, assunta dopo aver vagliato tutte le diverse opzioni”.

Il raggruppamento guidato da Matacena è molto, forse troppo, eterogeneo. Non crede che sia un limite e che questo aspetto potrebbe generare confusione negli elettori?

“Non parlerei di eterogeneità. Come le dicevo prima, il nostro obiettivo è iniziare quel percorso di consolidamento del centrodestra, partendo proprio da questa tornata amministrativa e puntando in modo particolare su Aversa. Certo, nessuno può negare la presenza di una parte di civismo. Ma Aversa non è il primo esempio. Anche a Marcianise la coalizione di partenza vedeva, e forse oggi vede ancor di più, una componente civica. Ed anche a Marcianise noi stiamo provando a far diventare il dialogo oltre che politico, anche partitico. Questa secondo me è la chiave di lettura per convincere gli elettori aversani a ridare fiducia alla politica, ai partiti e alle istituzioni. Le cose cambiano in base dalla prospettiva con cui le si guarda. E a me piace guardarle dal loro lato migliore. Che le ripeto: è l’unità del centrodestra!”.

Aversa è la seconda città della Provincia di Caserta eppure si stenta a costruire coalizioni con un chiaro profilo politico, rispetto a quelle di partito prevalgono le liste civiche. Come reputa questo fenomeno?

“È un fenomeno generalizzato, che ovviamente si avverte di più in città importantissime come Aversa. Ed è frutto di questo disamore e di questa disillusione che i cittadini hanno sviluppato avverso i Partiti e la Politica in generale. Colpa di una vecchia classe dirigente che forse ha stentato nel dialogo con i territori, privilegiando quello con le stanze dei bottoni. Noi stiamo cercando di invertire il passo. E di superare questa diffidenza e questo variopinto civismo. L’obiettivo è iniziare a costruire da adesso. Ed Aversa rappresenta l’occasione migliore per farlo”.

Mario De Michele

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