Sono ancora oscenamente spalancati i cancelli del mercato delle vacche aperti da Alfonso Golia lo scorso dicembre per non perdere lo scettro di primo cittadino dopo la bocciatura in assise, in prima battuta, dell’assestamento di bilancio. È insaziabile l’appetito dei seguaci del consigliere regionale Giovanni Zannini e del monostellato Roberto Romano. Nemmeno il placet del sindaco a concedere due assessori è servito a fermare il brontolio del loro stomaco. Borborigmi rumorosissimi. Gli ex esponenti dell’opposizioni, tutti eletti in liste opposte a Golia (che si vota a fare?), vogliono mettere le grinfie anche sulla poltrona del presidente del consiglio comunale. La scusa per ghigliottinare Carmine Palmiero è il suo presunto comportamento “non super partes” tenuto nell’ultimo civico consesso. Una seduta che resterà nella storia perché è la prima volta, a livello planetario, che la maggioranza abbandona l’aula in segno di protesta. A suscitare “scandalo” il mancato accoglimento da parte di Palmiero di una richiesta di Romano. Il monostellato ha ragione perché è un esperto di diritto amministrativo o perché conosce a menadito il regolamento consiliare? Volesse il cielo. Sta nel giusto solo perché, con una piroetta alla Carla Fracci, è divenuto uno strenuo supporter di Golia e company.

Alfonso Golia e Carmine Palmiero

La testa di Palmiero cadrà per un motivo molto più sostanzioso. Bisogna piazzare un altro esponente dalla nuova maggioranza sullo scranno di presidente del consiglio. Come? Palmiero giustamente non ha raccolto l’appello di sindaco e coalizione di centrodestra (ormai il centrosinistra è un ricordo lontano) a dimettersi. Per farlo fuori il primo cittadino e gli altri poltronari hanno già trovato l’accordo sulla presentazione di una mozione di sfiducia in assise. In pole per occupare il posto di Palmiero c’è la leghista, poi zanniniana, Olga Diana. Se e quando sarà defenestrato non sarà Palmiero a fare brutta figura. Ne uscirà a pezzi Golia. Fu lui a sponsorizzarlo a spada tratta alla guida del civico consesso. “Il presidente dell’assemblea – deve essere chi è stato eletto con più preferenze”. Anche su questo il primo cittadino dem ha cambiato idea. Oggi il capo dell’assise deve fare quello che gli ordina lui e la maggioranza. Partito democratico o psichiatria democratica? Difficile stabilirlo. Diciamo che la linea di demarcazione è molto sottile.

Francesco Forleo e Imma Dello Iacono

La campagna acquisti fatta nelle fila della minoranza ha scatenato un effetto domino sull’assetto consiliare. Imma Dello Iacono passerà da Italia Viva al Pd (non vorremmo stare nei suoi panni). Non sappiamo ancora se sulla sponda di Stefano Graziano o sul versante di Gennaro Oliviero. Per come stanno agendo Golia e i suoi sodali è più probabile che si schieri con il presidente del consiglio regionale della Campania. Triplo salto carpiato per il funambolico Francesco Forleo. Quando si candidò nel Pd faceva parte del gruppo Graziano, poi passò con Oliviero, oggi starebbe cambiando nuovamente rotta, stavolta in direzione Zannini. In caso di accordo il presidente della commissione regionale Ambiente diventerebbe il vero dominus della maggioranza. E Aversa sarebbe ridotta a un feudo di Mondragone. Sindaco Golia, sinceri complimenti per questo ennesimo capolavoro.     

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