di Mario De Michele

Finiamola con la menata dell’invasione dei migranti. Lo spauracchio dell’uomo nero con “l’imminente sbarco biblico sulle rive italiote” è una balla spaziale. Uno slogan di quella parte del centrodestra affetta da un’incurabile forma di fascismo preterintenzionale e di razzismo genetico. Siamo al “Dottor Stranamore” di Kubrick: lo scienziato ex nazista (Peter Sellers) che pur sforzandosi in ogni modo non riesce a controllare il braccio teso che fa il saluto romano. L’istinto politico primordiale si interseca con la narrazione della bugia. La strategia della tensione di Meloni e Salvini è presto smascherata: spostare il focus su un falso problema, “l’ondata migratoria che snatura il nostro Paese e toglie lavoro agli italiani”. Una cag… pazzesca, direbbe il ragionier Fantozzi. Non serve il diploma di scuola superiore per fare due conti. Per zittire la maggioranza basta dare una scorsa veloce ai dati sui flussi migratori pubblicati dall’Eurostat, l’ufficio statistico comunitario. In relazione alla dimensione della popolazione residente il Lussemburgo ha registrato il più alto tasso d’immigrazione nel 2021 (quasi 40 immigrati per 1.000 persone), seguito da Malta (35 immigrati per 1.000 persone) e Cipro (27 immigrati per 1.000 persone). L’Italia, porto del Mediterraneo, risulta poco sopra i 5 immigrati ogni 1.000 persone, davanti di un pelo alla Francia che invece ne registra 5 ogni 1.000 persone. Tra le grandi nazioni europee la Spagna è in testa con circa 13 immigrati ogni mille persone, seguita dalla Germania (10 ogni mille persone). Lo dice l’Eurostat, non i pericolosi bolscevichi. Un altro richiamo della foresta del centrodestra è l’anticomunismo, morto e sepolto, resuscitato alla bisogna per nascondere sotto il tappetto i problemi veri come i salari mangiati dall’inflazione, la forbice sempre più ampia tra extraprofitti delle multinazionali e impoverimento di massa, Pnrr al palo, divario Nord-Sud e giovani senza prospettiva. Prima o poi la polvere imbratterà l’immagine di un governo che finora ha vissuto sulle rendite di posizione della propaganda. La luna di miele con gli italiani si avvia sul viale del tramonto come confermano i sondaggi. La gente chiede risposte e pretende il rispetto delle promesse elettorali. Meloni non regge l’urto del governo. Lo attesta la “grande soddisfazione” per il nulla cosmico emerso per l’ennesima volta dall’incontro dei governi dell’Unione europea proprio sui temi dell’immigrazione. Quelle della “Meloni soddisfatta” sono parole già sentite migliaia di volte. Al pari di “Cambio di passo”, “Ora finalmente l’Italia non è più sola”, “Abbiamo ottenuto che la questione immigrazione venga affrontata come una questione europea e non solo italiana”, “C’è una vera svolta”. Parliamo di una discussione pubblica basata tutta sul presupposto falso, come ribadisce l’Eurostat, di un’Italia che fa molto di più dei partner europei e molto di più di quello che dovrebbe o potrebbe fare. La realtà dice esattamente il contrario. Premessa: gli Stati si fanno carico solo degli immigrati che chiedono asilo perché la legge li obbliga a esaminare la loro domanda e a garantire la loro accoglienza. Nel corso degli ultimi 10 anni la percentuale delle persone accolte ogni anno nell’Ue in relazione alla popolazione residente è stata sempre superiore a quella relativa al nostro Paese. In parole povere, se tutti i governi accettassero il principio di solidarietà, tanto sbandierato dall’Italia, i trasferimenti di richiedenti asilo avverrebbero verso di noi e non in senso contrario. Cioè dovremmo accogliere più immigrati. Altro che invasione. Ma per trasformare una bugia in verità basta ripeterla mille volte, come teorizzava un nefasto ministro tedesco. Nel tritacarne della propaganda è finito anche Stefano Bonaccini: “Il Partito democratico sarà accanto alla Meloni se chiederà all’Europa di redistribuire i flussi”. A Ste’, è meglio per tutti se ti occupi del maxi buco della Sanità emiliano-romagnola sull’orlo del default. Vogliamo infine parlare del rischio dello sbarco in Italia dell’intero continente africano? In questo caso ci soccorre il Rapporto immigrazione di Caritas e fondazione Migrantes: i cittadini stranieri residenti nel nostro Paese sono 5.193.669. I rumeni sono 1.080.000, pari al 21% della popolazione. Seguono gli albanesi (8,4%), marocchini (8,3%), cinesi (6,4%) e ucraini (4,6%). L’incidenza dell’immigrazione africana quindi è decisamente marginale, oltre che di passaggio. La stragrande maggioranza di quelli che approdano in Italia si spostano in altre nazioni, in primis Francia e Germania. Senza contare che una nazione con il tasso di natalità ai minimi storici e con una popolazione sempre più vecchia ha bisogno dei flussi migratori per evitare il tracollo demografico e il conseguente declino economico. Nessuno può negare che senza gli immigrati tra qualche anno non potremmo più pagare le pensioni agli italiani. Non a caso tra le prime 5 regioni di residenza degli stranieri ci sono Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana, territori che hanno maggiore bisogno di manodopera. Altra cantilena del governo: “Dobbiamo combattere l’immigrazione irregolare”. Se andiamo a vedere i numeri che riguardano gli irregolari scopriamo che il centrodestra produce balle a quantità industriale. A fare chiarezza ci ha pensato Matteo Villa, ricercatore dell’Ispi, che ha incrociato i numeri dell’Istat con quelli della fondazione Ismu. Su 5 milioni e 50 mila stranieri presenti sul territorio nazionale quest’anno gli irregolari sarebbero poco più di 5 mila. Un numero in linea con gli ultimi anni. Nonostante l’evidenza statistica il duo Meloni-Salvini annuncia battaglia sulla protezione speciale per gli immigrati: “Prima gli italiani”. Ripeti mille volte una bugia e diventerà verità. Ecco.

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