Cinquantuno anni sono trascorsi. Oltre mezzo secolo senza che nessun colpevole pagasse per quella orrenda strage. La Campania non dimentica, ed oggi in Piazza Fontana, ha sede ‘Spazio Campania’, con Unioncamere e Regione che ne hanno fatto un luogo di esposizione per le imprese campane. Un tempo, oltre mezzo secolo fa, vi aveva sede la Banca dell’Agricoltura. E’ il 12 dicembre del 1969, nessuno nota una scatola metallica con 7 chilogrammi di gelignite, esplosivo rispetto al quale la dinamite impallidisce. Quel giorno, nel giro di un’ora circa, diverse esplosioni colpirono le due principali città italiane: a Roma furono tre gli attentati: uno alla Banca Nazionale del Lavoro, uno in piazza Venezia e un altro all’Altare della Patria, bilancio 16 feriti. A Milano, una bomba venne ritrovata inesplosa in Piazza della Scala, all’interno della sede della Banca Commerciale. Ma ad un chilometro di distanza circa, nessuno si accorge di quella maledetta scatola metallica. Solo un venditore di bestiame, Pietro Dondena di Lodi, seduto al grande tavolo ottagonale del salone, dopo una corsa affannosa per riuscire a varcare la soglia della banca, chiede ad uno degli amici: “Non senti puzza di bruciato?”.

La risposta arriva dopo qualche secondo appena: 17 morti ed 88 feriti. I sopravvissuti racconteranno di essere entrati a contatto con l’inferno in terra. Un inferno fatto di demoni, come gli assassini, di dieci lunghi processi senza colpevoli, di depistaggi, di una sentenza che forse i colpevoli li aveva individuati, ma erano già stati assolti per lo stesso reato da un’altra sentenza e, dunque, non più punibili. Certo sono passati 51 anni. Tanti. Ma alla coscienza, proprio e collettiva, non si sfugge. Ai tribunali sì, ma alla coscienza mai. Nemmeno un secondo di tregua per le mani assassine che si sono rese colpevoli di tanta vile orrore. Ed allora eccoli, con nomi ed età, le 17 vittime che ancora reclamano giustizia: Giovanni Arnoldi, 42 anni di Magherno, Attilio Valè 52 anni, abitante a Mairano di Noviglio, Luigi Meloni 57 anni, di Corsico, Paolo Gerli 77 anni, abitante a Milano, Carlo Silva 71 anni, ex rappresentante di commercio, Pietro Dendena 45 anni, di Lodi, Oreste Sangalli 49 anni, Luigi Perego 69 anni, di Usmate Velate, Carlo Gaiani. 57 anni, perito agrario, di  Milano, Carlo Gaiani. 57 anni, perito agrario, abitante in via Salesina a Milano, Eugenio Corsini 65 anni, di Milano, Gerolamo Papetti 78 anni, di Rho, Carlo Garavaglia 67 anni, pensionato. Mario Pasi 50 anni, geometra. E poi Calogero Galatioto, di 77 anni, Angelo Scaglia, 61 anni, agricoltore di Abbiategrasso, padre di undici figli, e Vittorio Mocchi, morti nei giorni seguenti alla strage, per le gravi ferite riportate.

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