Nell’Aula della Camera è stata respinta con 213 no, 121 sì e 3 astenuti la mozione di sfiducia presentata dal M5S e sottoscritta da tutte le opposizioni ad eccezione di Italia Viva, contro Daniela Santanché. La ministra del Turismo non era presente nell’Aula di Montecitorio per impegni legati al suo ruolo di ministro. Blindare i due ministri senza dare altro spazio alle “tesi abbastanza infondate” delle opposizioni. Le parole del capogruppo di FdI Tommaso Foti spiegano la mossa con cui la maggioranza ha deciso di invertire l’ordine dei lavori della Camera per arrivare subito in serata alla votazione sulla mozione di sfiducia a Matteo Salvini e poi, in mattinata, a quella su Daniela Santanchè. La prima è stata respinta con 211 no e 129 sì, stesso risultato per la seconda, con 213 no e 121 sì e 3 astenuti, anche se le due vicende hanno risvolti politici diversi. Pure all’interno dello stesso centrodestra. La situazione più spinosa, anche per Giorgia Meloni, riguarda la ministra del Turismo. “L’opposizione fa la sua parte rendendo più forte la maggioranza. Sono zero preoccupata: male non fare, paura non avere – ha detto pubblicamente Santanchè nelle scorse ore -. Non ho sentito Meloni in queste ore, ma la sento spesso e la vedo a ogni Consiglio dei ministri”. Il Corriere della Sera ha poi riportato altre riflessioni della ministra, che ha spiegato di essere “tranquillissima”: “Vedono il male ovunque, non sanno più a cosa aggrapparsi. Contro di me c’è poco o niente, in tv sono costretti a ripetere le stesse cose. E presto arriveranno anche i risarcimenti”. La ministra del Turismo (FdI) finita al centro dell’indagine della procura di Milano sulla cassa integrazione Covid della società Visibilia. Con la chiusura dell’inchiesta sulla presunta truffa a carico, tra gli altri, anche del compagno Dimitri Kunz, si va verso la richiesta di processo in uno dei due filoni sul caso Visibilia, il gruppo fondato dalla ministra e da cui è uscita nel 2022. L’altra tranche, con al centro l’accusa di falso in bilancio e che vede sempre la ministra tra gli indagati, è ancora aperta ma sarà chiusa a breve. E con la crisi pure del gruppo Ki Group-Bioera, un tempo guidato dalla senatrice e dall’ex compagno Canio Mazzaro, la Procura di Milano sta vagliando anche ipotesi di bancarotta e altri reati, che potrebbero coinvolgere ex amministratori, come Santanchè. La strategia della maggioranza è chiara: in parlamento Santanchè è stata difesa, senza cedimenti, dall’intera coalizione. Ma c’è chi, dentro FdI, ha sussurrato ai vertici meloniani di valutare la spinta alle dimissioni, magari ammantate da nobili motivazioni, salvando quantomeno le apparenze. Sempre Tosi ha fatto capire il sentiment: “Sarà la presidente del Consiglio, visto che la ministra Santanchè è espressione del suo partito, a valutare insieme a lei quali decisioni prendere, perché questa è una questione politica che attiene a Fratelli d’Italia”. Insomma, i berlusconiani non voltano le spalle alla ministra. Solo che non faranno le barricate per confermarla al governo. I partiti di maggioranza hanno tutti dichiarato il loro appoggio politico a Santanchè. Tuttavia, le conseguenze politiche del voto potrebbero vedersi anche nelle settimane successive. Nel caso di una richiesta di rinvio a giudizio o a maggior ragione dell’inizio di un processo vero e proprio, la posizione di Santanchè potrebbe diventare più difficile da difendere dal punto di vista politico.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui