CASERTA – Il plotone di Mario Landolfi si è rivelato un battaglione. La dimostrazione plastica è raffigurata nella riunione di ieri all’Hotel Vanvitelli di Caserta. Gli ex An, o meglio una parte di loro (quella contraria all’accordo sul congresso del Pdl) si è radunata

per definire la strategia da mettere in campo in vista del rinnovo del gruppo dirigente. L’assemblea congressuale si terrà (salvo ulteriori slittamenti) il prossimo 6 ottobre. E gli ex alleanzini “duri e puri” affilano le armi e sono pronti ad accendere la miccia per dare fuoco alle polveri. Il vento di guerra soffia forte da diversi giorni. Da quando le altre anime del Pdl hanno scoperto le carte.

Il ticket Giuliano-Polverino, indicato per la guida del partito scasertano, è un rospo troppo indigesto da digerire. Da qui la reazione determinata e granitica a contrapporsi a quella che viene definita una decisione calata dall’alto e preordinata a tavolino da alcuni maggiorenti. E dopo le dichiarazioni di guerra, a mezzo stampa, si è passati dalle parole ai fatti. Tanti, tantissimi (oltre cento) hanno risposto alla chiamata alle armi di Landolfi, Coronella e Nugnes.

Nella sala, gremita in ogni ordine di posti, si sono accalcati nomi di primo piano del Pdl. Ne citiamo solo alcuni: i sindaci di Capua e Frignano, Antropoli e Piatto, il vicesindaco di San Felice a Cancello, Mario De Rosa, l’assessore al comune di Capua, Fernando Brogna, Domenico Sortino, consigliere provinciale in pectore, e tanti altri amministratori locali. Ma oltre a Gimmy Cangiano e Marco Cerreto, membri del coordinamento provinciale, erano presenti numerosi dirigenti e iscritti del Pdl. Un battaglione, appunto. Pronto a spianare i fucili per ostacolare l’avanzata dell’esercito di Giuliano, Cosentino e Polverino, che ha avuto il via libera da Nitto Palma.

E proprio il commissario regionale è stato più volte bersaglio di bordate e di critiche a raffica. Una su tutte: “Il commissario di un partito, che non è espressione del territorio, dovrebbe lavorare all’unità e non favorire la contrapposizione e inevitabili spaccature”. L’ex Guardasigilli, infatti, è visto come il notaio che ha ratificato il “contratto” sottoscritto dai primi firmatari Giuliano-Cosentino-Polverino; un trio inedito e fino a ieri male assortito, visto che il consigliere regionale da mesi non perdeva occasione di scudisciare il coordinatore provinciale del Pdl. Ma la realpolitik ha spazzato via con un colpo di spugna le schermaglie dei giorni scorsi.

Così Giuliano e Cosentino si sono accordati con Polverino, i primi due per non mollare le redini del partito, il terzo per mettere le mani sul partito. Il cambio di rotta del consigliere regionale del Pdl ha aperto la diaspora nell’area ex An. L’obiettivo politico e numerico era quello di isolare il gruppo capeggiato da Landolfi per renderlo inoffensivo in vista del congresso e per relegarlo nell’ambito ristretto della marginalità.

Ma dalla nutrita partecipazione alla riunione di ieri si direbbe che il colpo basso di Poverino non ha mandato ko l’ex ministro alle Comunicazioni. Che è riuscito a serrare le fila, e ha annunciato battaglia. “I quattro amici al bar – ha tuonato – che vorrebbero decidere le sorti del Pdl casertano non avranno vita facile. Noi faremo sentire con forza la nostra voce, facendo leva sulla legittima voglia di partecipazione che proviene dai tanti amministratori e dirigenti, e soprattutto dalla base del partito”.

Sulla stessa lunga d’onda Coronella e la Nugnes: “Non si illuda chi ha giocato sporco per celebrare un congresso preordinato e dall’esito scontato. Noi non ci basiamo sui numeri ma sulla prospettiva politica di un partito che non può avere credibilità senza confrontarsi democraticamente con i suoi iscritti”. Posizioni chiare e nette, che non sottendono il solito gioco al rialzo nel tentativo estremo di rientrare dalla finestra dopo essere stati cacciati dalla porta principale.

Nell’incontro di ieri i “ribelli” del Pdl, che hanno costituito un comitato congressuale, hanno fissato paletti irremovibili: “Siamo pronti a dialogare solo se i nomi indicati per la guida del partito saranno ritirati”. Insomma, la trattativa potrà essere intavolata solo cestinando il ticket Giuliano-Polverino. Ipotesi piuttosto remota.

E allora fuoco alle polveri.

Mario De Michele

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui