CASERTA – Clamoroso in casa Pd: rischia di essere invalidata l’elezione di Enzo Cappello a segretario provinciale. Perché? Per motivi procedurali. Si sa, nel Partito democratico di Terra di Lavoro le regole e la trasparenza sono aspetti imprescindibili. Fanno parte del suo Dna. E lo Statuto è sacro. Guai a derogare alle sue norme. Sarebbe un sacrilegio. Come entrare in chiesa senza farsi il segno della croce. O peggio ancora visitare Plaza de la Revolución a Cuba senza alzare il pugno chiuso all’indirizzo della gigantografia di Che Guevara. Impossibile.

E allora in ossequio allo Statuto è stato depositato il ricorso contro l’elezione di Cappello, avvenuta nell’assemblea provinciale del 17 giugno. A presentarlo alla commissione di garanzia regionale e per conoscenza a quella nazionale sono stati alcuni delegati dell’area Abbate, indignati per due gravissime violazioni (ai limiti dell’arresto). La prima: le candidature alla segretaria sono state registrate in modo irregolare perché era necessario che fossero avanzate da “presentatori” (anche tv all’occorrenza), mentre invece si è trattato di autocandidature.

Ancora più “criminale” (da ergastolo) la seconda violazione perpetrata in spregio allo Statuto: le candidature non sono state presentate nei tempi giusti. Insomma, Cappello non è stato eletto, secondo i ricorrenti, nei modi e nei tempi previsti dalla Bibbia del Pd (lo Statuto). Rispetto a violazioni così scandalose non hanno alcuna rilevanza gli aspetti politici.

Che sarà mai se il partito è ormai allo sbando da circa 6 mesi. E non c’è nulla da preoccuparsi se il Pd ha completamente perso il contatto con la realtà e sembra sotto l’effetto di potenti allucinogeni (altro che Lsd). La forma è più importante della sostanza. Ovvio, no? E invece di cercare di avviare un percorso di pacificazione (a partire dal neosegretario Cappello che finora non ha fatto passi in questa direzione) c’è ancora qualcuno che si appiglia ai cavilli, si aggrappa ai commi dello Statuto. Quello stesso Statuto che viene considerato Vangelo o carta straccia a seconda delle convenienze.

Ma i colpi di scena non finiscono qua. Sarebbe pronto anche un altro ricorso, questo sì più che legittimo, che metterebbe Cappello con le spalle al muro. E lo costringerebbe a lasciare la guida del Pd. Rispetto alle irregolarità evidenziate dal ricorso già depositato dall’area Abbate, quello che dovrebbe approdare nei prossimi giorni sulla scrivania dei garanti regionali e nazionali contiene materiale che “scotta”. Violazioni scandalose. Da brividi. Con il rischio reale che la magistratura apra un’inchiesta.

I firmatari del secondo ricorso (ripetiamo, non ancora presentato) sono in possesso di un filmato choc. Al momento della proclamazione del nuovo segretario, annunciata in pompa magna da Arcangelo Correra, presidente dell’assemblea, Enzo Cappello è in maniche di camicia (le immagini lo confermano in modo inequivocabile).

Un imperdonabile errore che potrebbe costare caro al sindaco di Piedimonte Matese con la decadenza immediata dalla carica. Lo Statuto del Pd, infatti, prevede che all’atto dell’elezione il nuovo segretario debba indossare inderogabilmente giacca e cravatta. Senza Cappello.

Mario De Michele

 

IN ESCLUSIVA MONDIALE IL VIDEO CHE INCHIODA ENZO CAPPELLO

http://www.youtube.com/watch?v=DPZ4xgk3gBM

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