Non sono i soliti sospetti. Ma le consuete stranezze. Che alimentano dubbi e in alcuni casi consolidano una certezza: quando ad Orta di Atella c’è di mezzo l’urbanistica c’è spesso qualcosa che non va e circolano carte false e soldi sporchi. Un esempio negativo del giro d’affari legato a uno sviluppo selvaggio del territorio è rappresentato dai famigerati porticati. Un nome, una garanzia. Quasi sempre di illegalità. Durante il boom edilizio (triennio 2005-2007) pianificato con il Prg del 1998 e poi perfezionato, si fa per dire, con due varianti nel 2001 e 2005 centinaia di porticati sono stati “chiusi” e trasformati in appartamenti. Un miracolo in salsa ortese. A compierlo sempre loro: gli esponenti di spicco del “partito dei tecnici”. Un sodalizio criminale foraggiato dai politici corrotti. In cima alla lista Angelo Brancaccio il “Suinus”, condannato per camorra. Ma non solo lui. Secondo i pentiti del clan dei Casalesi il Demonio sarebbe in buona, anche qui si fa per dire, compagnia. Altri tre ex sindaci sono accusati dai collaboratori di giustizia Orlando Lucariello e da Luigi D’Ambrosio, solo per fare due nomi, di essere stati al servizio della cosca, in particolare del gruppo Schiavone. I pentiti puntano l’indice anche contro Giggino Ziello “a’ purpettella”, Nicola Arena la “Penombra” e Salvatore Del Prete “Monsignore”. Tutti quelli che assieme a Brancaccio si sono alternati alla guida del Comune di Orta tra il ’98 e il 2008. Il decennio del sacco edilizio. I dieci anni delle cascate di cemento e dei fiumi di denaro. Un mega “affaire” di miliardi di euro.

Nel mare sporco dei soldi facili hanno sguazzato politici, amministratori locali, tecnici e imprenditori. Molti di loro si sono arricchiti mentre accanto ad Orta storica prendeva forma “Orta 2”. Dieci anni di inferno nel corso dei quali pochi furbetti del quartierino e una ristretta cricca di corrotti e collusi hanno fatto, per citare Brancaccio, carriole di denaro. La gran parte dei cittadini, ahi loro, ci hanno rimesso le spese. Nel triennio del sacco della città, 2005-2006-2007, ai vertici del settore Urbanistica del Comune c’erano Arena la “Penombra” e Nicola Iovinella “Un saluto, un sorriso”. Due tecnici. Due geometri. Il primo rilasciava i permessi di costruire. Il secondo concedeva le Dia, le denunce di inizio attività. Base di partenza i progetti redatti e presentati in molte occasioni da tecnici prestanome di amministratori locali, politici o di altri professionisti. Dalle carte false sono ricorrenti i nomi di due ingegneri. Uno di Giugliano, l’altro di Marano. Basta tirare fuori quelle carte ben nascoste nei cassetti comunali sotto montagne di faldoni polverosi per risalire ai tecnici firmatari delle richieste tramite i timbri apposti sui progetti. Poi bisognerebbe incrociare pochi dati: quando sono stati presentati i progetti, chi ha rilasciato le licenze con conseguenti Dia e quali tecnici si sono arricchiti in quegli anni. I prestanomi hanno incassato 4mila euro a porticato. Solidini… a palate. Sorrisi a 32 denti.

Mario De Michele

 

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