In casa Pd è il tempo delle decisioni. L’ora x scatta oggi alle 18. Nella sede della federazione di Caserta si terrà l’incontro tra i “big” del partito. E nessuno potrà trincerarsi dietro tatticismi e giochetti al rimpiattino. Nell’ultima riunione tra i rappresentanti delle diverse anime dei Democratici fu siglata la tregua.

Da parte di tutti arrivò il via libera a congelare il tesseramento fino alla definizione di un nuovo assetto politico-organizzativo all’insegna della collegialità e di una gestione plurale del Pd. Ma stasera si dovrà passare dalle parole ai fatti. E la “fase 2” potrebbe riaprire le ostilità tra le fazioni che, sottotraccia, si contendono la leadership del partito. La questione più spinosa riguarda la composizione del nuovo organigramma.

Una parte di dirigenti e candidati alle politiche, spalleggiati dalla neo senatrice Rosaria Capacchione, ha delegittimato il segretario facente funzione Ludovico Feole, chiedendo la costituzione di un comitato di reggenti in vista del congresso provinciale. La motivazione? “Non può guidare il partito perché con le dimissioni del segretario Dario Abbate è decaduto anche lui dalla carica”. I più strenui sostenitori di questa tesi sono Stefano Graziano e Dario Abbate.

Sull’altro fronte caputiani e renziani di Carlo Marino ritengono invece che Feole può continuare a svolgere il ruolo di facente funzione, essendo stato eletto dall’assemblea. Ma il vero nodo politico non è questo. Tutte le correnti interne concordano, almeno a parole, sulla necessità di una “riappacificazione” attraverso una gestione collegiale del partito. Una generica dichiarazione d’intenti che significa tutto e il contrario di tutto, finché non si trova l’intesa sui nuovi timonieri del Pd.

Dal puzzle mancano ancora molti pezzi. E gli aspetti da definire sono tanti, a partire dai componenti del new team. Chi dovrà far parte del comitato dei reggenti? Secondo il fronte anti-Feole le redini dovranno essere affidate ai parlamentari, ai candidati alle politiche e alle figure istituzionali più importanti. Se sul coinvolgimento del consigliere regionale Nicola Caputo e del capogruppo alla Provincia Giuseppe Stellato c’è poco da discutere, gli intoppi potrebbero sorgere sugli altri rappresentanti istituzionali.

I sindaci saranno chiamati in causa? E chi altro comporrà il dream team? L’area Graziano, ad esempio, è favorevole, per ovvie ragioni, all’ingresso anche di Franco De Michele, capogruppo al Comune di Caserta. Ma non si capisce perché non dovrebbero essere coinvolti anche gli altri capigruppo consiliari del Pd, magari dei Comuni più grandi. E perché i consiglieri provinciali dovrebbero restare fuori dai giochi? E così via, fino ad arrivare ad esponenti che ricoprono altre cariche.

Un altro terreno di scontro potrebbe essere la (ri)collocazione di Feole. Se il segretario facente funzione, come afferma qualcuno, è decaduto dalla carica, dovrà far parte del comitato dei saggi? E se sì, con quale ruolo? Non è escluso che proprio su Feole venga posto il veto. In tal caso il tavolo potrebbe definitivamente saltare. Oppure sarà convocata un’altra riunione per cercare di ricomporre i cocci di un Pd sempre più a pezzi.

Altra ipotesi plausibile è che qualche “furbetto del quartierino” stia giocando a perdere tempo. E a confondere le acque. Perché? Semplice: se il gruppo dirigente casertano non sarà in grado neanche di accordarsi sul comitato di reggenza per traghettare il partito al congresso, allora non ci sarà altra soluzione che il commissariamento. Uno scenario, che a chiacchiere, tutti vogliono evitare, ma che sotto sotto a qualcuno farebbe piacere.

Mario De Michele

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