CASTELVOLTURNO – Le primarie del centrosinistra si sono trasformate in qualche caso nelle primarie degli immigrati. In molti seggi si segnala la presenza massiccia, troppo, di votanti extracomunitari. E quello che è un principio di civiltà, stabilito dal regolamento nazionale, cioè garantire il diritto al voto anche a chi vive e lavora nel Casertano, è stato in alcune realtà stravolto e strumentalizzato per biechi fini politici.

L’anomalia più vistosa si è verificata a Castelvolturno nel seggio del Villaggio Coppola, dove frotte di immigrati hanno affollato il seggio. Fin qui niente di strano, anche perché nella zona del Litorale c’è una capillare presenza di extracomunitari, soprattutto africani, per cui era del tutto preventivabile una maggiore affluenza di votanti non casertani.

Ma ciò che fa suonare il campanello d’allarme è che da più parti arrivano segnalazioni di una sorta di schedatura degli immigrati. Molti presenti infatti hanno notato che uno di loro, foglio alla mano, spuntava i nomi di quelli che si recavano alle urne. Ci sarebbe stato, quindi, un controllo sistematico del voto. Con il risultato che gli elettori più vulnerabili e ricattabili, come gli extracomunitari, non avrebbero votato liberamente ma su input di qualcuno. A detta di chi seguiva le operazioni di voto si tratterebbe di un’operazione studiata a tavolino da una sigla sindacale particolarmente impegnata nel settore immigrazione.

Si tratta di ipotesi, ovviamente, ma se dalle urne dovessero uscire risultati falsati da un’eccessiva affluenza di votanti non italiani, allora si porrebbe un problema non solo di regolarità, ma anche di natura etico-politica. Da un lato verrebbe inquinato il voto; dall’altro, cosa ancora più grave, verrebbe calpestato il diritto a votare (liberamente) degli immigrati per il quale i partiti dicono, almeno a parole, di battersi.

Invece di consentire agli extracomunitari di recarsi alle urne per poi tenerli al guinzaglio con il sottointeso ricatto di privarli della consulenza sindacale se non avessero votato quel preciso candidato, sarebbe stato meglio non estendere la platea degli elettori ai non casertani. Meglio non votare proprio, insomma, che votare sotto condizionamento.

Un’altra grave anomalia sull’affluenza di immigrati alle urne emerge a San Nicola la Strada. Il Comitato pro Bersani ha segnalato un’eccessiva partecipazione al voto da parte di extracomunitari residenti nella città alle porte di Caserta. Anche in questo caso sono più che legittimi i sospetti che si tratti di un voto “pilotato”, e di conseguenza non spontaneo.

Anche a Sessa Aurunca raffiche di polemiche. I renziani hanno preannunciato una denuncia perché è stato possibile registrarsi soltanto in un seggio a differenza di quanto stabilito dal regolamento nazionale che prevede la registrazione per tutta la giornata di votazioni e in tutti i seggi. Pratiche politico-elettorali ignobili che vanno nella direzione opposta delle primarie, nate per favorire la partecipazione democratica dei cittadini. E ad onor del vero è quello che è avvenuto nella stragrande maggioranza delle città casertane e italiane.

Ma nel caso degli immigrati quello che fa più rabbia, e soprattutto schifo, è che pur di portare acqua al proprio mulino politico qualcuno non abbia avuto alcuna remora a trattare gli extracomunitari come degli schiavi al proprio servizio. Che vergogna.

Mario De Michele

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