VILLA LITERNO – Un altro round a favore di Enrico Fabozzi. Durante il processo a carico del consigliere regionale, il pentito Luigi Guida ha smentito l’appoggio dei Casalesi alle comunali del 2003, che decretarono l’elezione di Fabozzi a sindaco di Villa Literno.

Nell’udienza presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere (giudice Orazio Rossi) il collaboratore di giustizia ha ritrattato le dichiarazioni rilasciate durante l’interrogatorio del 2010 e contenute nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del consigliere regionale, peraltro già annullata dalla Cassazione. Guida ha confermato di non aver mai incontrato Fabozzi prima delle elezioni, ma ha precisato anche di non aver mai dato il via libera ad altri affiliati ai Casalesi a sostenerlo nella campagna elettorale.

“Non mi sono occupato delle elezioni a Villa Literno – ha detto Guida, collegato in videoconferenza – e non ricordo di aver autorizzato altri esponenti del clan ad appoggiare Fabozzi”. Un clamoroso colpo di scena. Nell’ordinanza emessa dal Tribunale di Napoli, infatti, vengono riportate le dichiarazioni di Guida sul presunto appoggio dei Casalesi a Fabozzi.

Il pentito, a quei tempi capozona del clan a Villa Literno, aveva sostenuto che Massimo Iovine (divenuto poi collaboratore di giustizia), appartenente al suo gruppo criminale, gli aveva chiesto l’autorizzazione a sostenere Fabozzi alle elezioni comunali. E durante un incontro con Iovine gli aveva dato l’ok ad appoggiare il consigliere regionale, allora candidato a sindaco.

Ma durante l’udienza, Guida ha totalmente cambiato versione e ha più volte ribadito di non aver mai autorizzato nessun affiliato a sostenere Fabozzi. Incalzato dal pm Antonello Ardituro, il pentito ha detto non ricordare di aver concesso il suo permesso, precisando che senza il suo via libera nessun affiliato avrebbe mai potuto far votare per questo o quel candidato.

Di fronte alle nuove dichiarazioni di Guida, il pubblico ministero gli ha letto stralci del suo interrogatorio del 2010 nella speranza che potesse confermare quelle dichiarazioni, ma il collaboratore di giustizia ha nuovamente risposto di non ricordare di aver dato il suo assenso ad appoggiare Fabozzi. Il pressing del pm è continuato, ma senza esito. E alla fine Ardituro si è dovuto arrendere.

Insomma, Guida ha affermato di non aver mai incontrato l’ex sindaco di Villa Literno prima delle elezioni e ha rimarcato che il clan non lo ha sostenuto in campagna elettorale. L’accusa di voto di scambio, quindi, non poggia più su nessun elemento di prova o riscontro oggettivo.

Round a favore di Fabozzi, dunque, che nel controesame di Guida, fissato per il prossimo 20 marzo, potrà mettere definitivamente a tappeto il pentito anche sugli altri capi di imputazione.

Mario De Michele

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