È solo questione di ore. Forse già lunedì prossimo, in occasione della seduta monotematica sulla sanità, saranno notificati gli avvisi di conclusione delle indagini alla maggior parte dei consiglieri regionali accusati di peculato nell’ambito dell’inchiesta sul presunto uso improprio dei fondi corrisposti ai gruppi consiliari. Oltre un milione e 200mila euro. Sotto la lente degli inquirenti sono finite le somme di denaro corrisposte nel biennio 2010-2012 per il “funzionamento dei gruppi”. I pm della Procura di Napoli avrebbero suddiviso in fasce corrispondenti a diversi colori le posizioni dei 57 consiglieri indagati: verde per coloro i quali si profila l’archiviazione, blu per quelli che sono a un passo dalla richiesta di rinvio a giudizio, e rosso per gli altri per i quali la richiesta di celebrare il processo è praticamente scontata. Verso l’archiviazione quei pochi (7-12) che hanno giustificato le spese in modo adeguato o hanno percepito piccole somme. Nella fascia rossa c’è la stragrande maggioranza dei consiglieri indagati. Da quanto si apprende il numero delle richieste di rinvio a giudizio oscilla tra 45 e 50. Sulla sorte dei componenti del parlamentino campano si pronuncerà il Gip. Al giudice per le indagini preliminari spetterà la decisione di sottoporli o meno al processo. Nell’inchiesta non è coinvolto il presidente Stefano Caldoro.

Lo scorso 17 febbraio la Procura ha chiesto e ottenuto l’arresto di Gennaro Salvatore, allora capogruppo del gruppo “Caldoro Presidente”, che ha usufruito di oltre 93mila euro. Nell’ordinanza del Gip di Napoli Roberto D’Auria si legge che Salvatore, tutt’ora ai domiciliari, ha presentato “scontrini e altri titoli di spesa univocamente connessi alla vita privata”. L’inchiesta sul presunto reato di peculato, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e condotta dal pm Giancarlo Novelli, scattò il 3 luglio 2013. Ai 57 consiglieri indagati, in assenza di una documentazione sulle spese (l’erogazione dei fondi infatti non prevede la presentazione di ricevute o di qualsiasi “pezza d’appoggio”), è stato chiesto di chiarire come è stato utilizzato il denaro ricevuto. E dalla documentazione prodotta è emerso che alcuni consiglieri hanno speso i soldi in ristoranti, alberghi, regali agli amici, e perfino giocattoli per bambini e tintura per capelli, o per i week end e l’acquisto di bombole di gas come sostengono i pm nel caso di Salvatore Ma come dicevamo gli avvisi di conclusione delle indagini (che tecnicamente sono richieste di rinvio a giudizio) sono già pronti. Una pioggia, appunto.

In realtà piove sul bagnato in Regione Campania. Nei giorni scorsi 60 componenti dell’assembla su 64 hanno ricevuto dai pm della Corte dei Conti la richiesta di rendicontare le spese per i portaborse. Si sono salvati solo Enrico Fabozzi, Lucia Esposito, Carlo Aveta e Ugo De Flaviis. Su tutti gli altri, incluso Caldoro, pende il sospetto di un uso improprio dei fondi con l’ipotesi di un danno erariale di circa 3,5 milioni di euro.

Mario De Michele

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