Mutuando la celeberrima frase di Shakespeare è proprio il caso di dire che “c’è del marcio a Sant’Arpino”. Nella puntata di oggi dell’inchiesta sull’housing sociale pubblichiamo una notizia “bomba” che solleva un altro polverone nero su alcuni atti riguardanti il comparto C2 Nord-Ovest di via Libertà. Stavolta non è un’esagerazione giornalistica affermare che la realtà supera la fantasia. Infatti l’imprenditore Santolo D’Ambra, titolare del permesso di costruire di un centinaio di appartamenti, rilasciato dall’allora capo dell’Utc Salvatore Compagnone (laureato in Legge, sic!), ha avuto l’ardire di vendere a un privato uno degli immobili da cedere al Comune. Una vicenda che ci fa tornare in mente la memorabile gag di Totò e Nino Taranto che smerciano la Fontana di Trevi a un italo-americano nel film “Totò truffa 62”. Nel caso di Sant’Arpino l’acquirente non è un credulone ma un 39enne del Napoletano che in buonafede e senza alcuna responsabilità ha acquistato un appartamento di 4 vani al secondo piano di uno dei palazzi realizzati dall’omonima ditta individuale di D’Ambra. Costo complessivo, posto auto incluso, di quasi 200mila euro. All’imprenditore è andata di lusso. Al Comune e al privato per nulla.

Giuseppe Dell’Aversana e Santolo D’Ambra

E sì, perché l’immobile alienato rientra tra quelli (tre in totale) che dovevano essere ceduti all’ente locale in base alla convenzione con il consorzio attuatore. In altre parole D’Ambra ha venduto un appartamento di fatto del Comune. Che poi a sua volta lo avrebbe messo a bando a prezzi agevolati per le giovani coppie. Come se non bastasse, l’immobile in questione fa parte di quelli oggetto dell’ormai famosa determina dell’Utc con cui, su richiesta di D’Ambra, si accoglieva uno “strano” change: al posto di tre abitazioni, tra cui quella descritta, l’impresa proponeva di cedere all’ente quattro appartamenti. Il provvedimento del funzionario Vito Buonomo risale al 16 marzo scorso. Un atto immediatamente contestato dall’assessore Salvatore Lettera. Menomale, ci viene da dire. Grazie a lui sono emersi innumerevoli dubbi sulla legittimità dell’iter che ha portato alla realizzazione delle opere. Attraverso una dettagliata nota l’esponente della giunta pose l’accento anche sulla necessità di verificare se fossero intervenute compravendite di immobili destinati alle giovani coppie. Per scoprire il fattaccio è stato necessario l’intervento del comandante della polizia municipale Franco Dell’Aversana. Se Buonomo, a un certo punto, ha iniziato a girare a vuoto come se pedalasse su una cyclette, il timoniere dei vigili ha avviato una certosina attività di indagine ed è venuto a capo dell’intricata vicenda.

Salvatore Lettera e Franco Dell’Aversana

È emerso che addirittura già il 28 dicembre 2020 tra D’Ambra e l’acquirente era stato sottoscritto il contratto preliminare di vendita (il compromesso) per la casa destinata all’housing sociale. Un atto palesemente illegittimo. Nella stessa data il 48enne napoletano versa all’imprenditore un assegno di 25mila euro. Altri 11mila euro vengono pagati lo scorso 6 febbraio. È bene ricordare che la richiesta di D’Ambra di “cambiare” le abitazioni è del 5 febbraio e la determina è stata adottata il 16 marzo. Quindi l’imprenditore incassa 36mila euro per un immobile che non poteva mettere in vendita a fine dicembre dell’anno scorso. Per le spese per l’agenzia immobiliare aveva sborsato 6.560 euro per una casa non vendibile. In totale il “povero” acquirente ci ha già messo di tasca propria ben 55.260 euro per una casa di cui, per legge, non potrà mai, ahilui, diventare il proprietario. Pur malvolentieri, Buonomo ha avviato il procedimento per la revoca della determina. E l’abitazione tornerà nella disponibilità del Comune. Ma, al netto delle vistose inadempienze amministrative, nella compravendita si configurano altri gravi criticità. Alla luce dell’inagibilità della struttura, non è da escludere l’ipotesi di “aliud pro alio”, la consegna di un bene diverso da quello pattuito. Questi sono i fatti. Poi c’è una caterva di interrogativi. E di legittimi sospetti. È un caso che D’Ambra sottoscrive il compromesso a fine dicembre del 2020 e poi lo scorso marzo arriva la determina? È preveggenza? Escludiamo il fattore c… perché la sua massiccia dose di fortuna si è esaurita quando un dottore in Giurisprudenza, capo dell’Utc per 3 mesi, gli ha concesso una licenza per costruire 4 palazzi. Come si spiega dunque una “leggerezza” del genere? C’è stato petting? D’Ambra è tutt’altro che un imprenditore sprovveduto. Come mai ha corso un rischio del genere che potrebbe avere anche seri risvolti penali? Spetta alle autorità competenti fare chiarezza sull’intera vicenda. Sotto il profilo politico lascia molto amaro in bocca il silenzio assordante di Giuseppe Dell’Aversana. Il sindaco doveva spalleggiare Salvatore Lettera. Non lo ha fatto. L’assessore è stato considerato dal primo cittadino il nemico pubblico numero uno della maggioranza. Un amministratore che si batte per la legalità non dovrebbe essere il principale alleato di Dell’Aversana?

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