Cresce il fronte delle tifoserie schierate contro i festeggiamenti nella propria città dei tifosi del Napoli. In primis, i tifosi della Salernitana avevano manifestato il loro pensiero al riguardo, con tanto di comunicato da parte degli ultras granata. Poi si è aggiunta anche la tifoseria della Juventus, circa una settimana fa – il fascicolo sulle plusvalenze è arrivato sul tavolo della Uefa – e a seguire Varese, Torino, Atalanta e infine Udinese, prossima avversaria del Napoli giovedì sera. La squadra bianconera non vuole che i tifosi azzurri «fuori sede» o in trasferta possano celebrare il terzo titolo del tricolore. Un sentimento condiviso anche da altre tifoserie di calcio. Altri tifosi invece, hanno dimostrato più sportività: «Un comunicato del genere mi fa vergognare! Che sia per lo scudetto o per una salvezza è bello festeggiare, l’importante è rispettare la città e i monumenti delle città e che sia solo gioia,felicità. Magari un giorno festeggeremo anche noi lo scudetto». Un clima ostile che si scontra con la voglia di festeggiare, attesa da 33 anni, dei tantissimi supporter napoletani, ben 35 milioni in giro per il mondo secondo una ricerca Nielsen.

Il comunicato degli ultras dell’Udinese

«Udine è solo bianconera. Non abbiamo mai permesso a juventini, milanisti e interisti di festeggiare nella nostra città. Allo stesso modo, a maggior ragione, non sono graditi né tollerati festeggiamenti di alcun tipo da parte dei napoletani. Udine è solo bianconera rispetto!». È il testo di un comunicato diffuso nel pomeriggio dalla Curva Nord dell’Udinese. Un messaggio che ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine perché tali avvertimenti potrebbero essere considerate come vere e proprie minacce. La Questura di Udine, ha fornito due diverse interpretazioni. La prima è legata ai caroselli di auto che potrebbero scatenarsi in giro per la città nel tardo pomeriggio di domani nel caso il Napoli si assicurasse il terzo scudetto; la seconda è collegata alla sfida di giovedì 4 alle 20.45 alla Dacia Arena quando i tifosi napoletani saranno presenti in gran parte dello stadio avendo dato vita a una vera corsa per accaparrarsi un biglietto.

Da sottolineare che tra le due tifoserie c’è tensione fin dal 2010 quando fuori dallo stadio Friuli ci furono scontri con numerosi feriti. Da allora, immancabilmente, la Curva Nord a ogni partita intona cori contro i napoletani. L’allerta tra le forze dell’ordine è massima. Nel frattempo a Udine il clima si scalda: «Aumenteremo le misure di sicurezza attorno alla squadra, che si fermerà in Friuli per due notti, già da domani – ha detto il Prefetto di Udine, Massimo Marchesiello, ironia della sorte napoletano e tifoso azzurro – allo stadio ci saranno almeno 12 mila supporter ospiti in tutti i settori. Anche grazie alla collaborazione dell’Udinese Calcio, stiamo lanciando appelli affinché gli ultras locali non cerchino di rovinare la festa. Al momento non ravvisiamo problemi di ordine pubblico e speriamo sia soltanto una grande festa popolare».

Il fronte anti-scudetto
Udine non è l’unica città che ha indirettamente minacciato i tifosi del Napoli: su internet e sui social, sono circolati messaggi simili riconducibili alle tifoserie di Atalanta, Varese e Juventus. Il primo, titolato »Bergamo non festeggia», si concludo con un’offesa diretta nei confronti dei tifosi partenopei: «Da cento anni è sempre quella… Ci fai schifo Pulcinella!». Un avvertimento simile è pervenuto dagli Ultras Varese, che hanno letteralmente scritto «Varese tifa Varese: festeggiamenti di altre squadre nella nostra città non sono graditi. In particolar modo quelli del Napoli». E infine si è registrato anche il «consiglio» proveniente dal gruppo di tifosi della Juventus, Primo Novembre 1897: «A Torino ci sono solo due squadre che possono colorare le piazze. Già quando lo fanno i nostri i cugini per festeggiare le loro promozioni dalla B alla Serie A facciamo fatica a contenerci e a non scendere, ma è anche la loro città. Questa non è la vostra città, quindi evitate perché non ve lo permettiamo».

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