Emergenza finita. O almeno quasi. Perché è vero che Zambo Anguissa è ancora impegnato in coppa d’Africa con il suo Camerun, ma Luciano Spalletti ha finalmente a disposizione quattro centrocampisti di ruolo. Ai due intoccabili dell’ultimo mese (Lobotka e Demme) si aggiungono anche Piotr Zielinski e Fabian Ruiz: non esattamente due elementi marginali all’interno del puzzle della mediana azzurra. I numeri parlano chiaro: Fabian e Zielinski insieme hanno contributo a 19 delle reti stagionali del Napoli, decisamente un bel bottino. Ma non è solo una questione numerica, bensì soprattutto di rendimento. Con Spalletti, infatti, entrambi i centrocampisti hanno elevato sensibilmente la qualità del loro contributo alla causa del Napoli. Si parte da Fabian, perché lo spagnolo ha vissuto stagioni nelle quali sembrava in piena crisi di identità: un po’ mezzala, un po’ regista, un po’ fantasista, ma nella sostanza nessuna delle posizioni occupate in campo sembrava poter essere quella a lui più congeniale. Poi, con l’avvento di Lucianone in panchina, la musica è drasticamente cambiata: in meglio. Lo dice non solo lo score (5 gol e 3 assist), ma anche il contributo pratico in campo. Innanzitutto ha subito funzionato l’accoppiata con Anguissa. I due si sono capiti e trovati con uno schiocco di dita, il camerunese ha portato la quantità, lo spagnolo ha aggiunto la qualità, per un mix che soprattutto nella prima parte della stagione è sembrato letteralmente esplosivo. Rispetto agli anni scorsi, poi, Fabian ha saputo trovare il feeling con il gol grazie a quella che era rimasta un’arma nota ma spesso sopita: il tiro dalla distanza. Da fuori area, infatti, è sembrato quasi infallibile e senza di lui (out per infortunio dal secondo tempo di Sassuolo-Napoli dello scorso 1 dicembre) gli azzurri hanno perso una soluzione preziosa per andare a segno senza bisogno di saltare tutta le difesa avversaria. Contro la Fiorentina in coppa Italia si è fatto espellere dopo nemmeno mezzora, a dimostrazione che la concentrazione e la tenuta atletica sono da rivedere, ma ha anche fatto vedere accenni di quel calcio illuminato che al Napoli serve eccome.
Di pari passo anche la crescita esponenziale di Zielinski che da sottopunta (alle spalle di Osimhen prima e di Mertens poi) ha dimostrato di essere un giocatore preziosissimo. I gol (5 in campionato e uno in Europa League) sono stati la logica conseguenza di una serie di prestazioni maiuscole che ne hanno caratterizzato l’avvio di stagione. Il Covid, al quale è risultato positivo alla vigilia della gara contro la Sampdoria la scorsa settimana lo ha soltanto rallentato, ma non fermato. Domani, a Bologna, Spalletti confida di poterlo avere nuovamente al top della condizione. Ciò vorrebbe dire due cose: innanzitutto ritrovare un prezioso interruttore per accedere la luce nella metà campo avversaria, ma poi anche avere a disposizione un’alternativa (preziosa) in attacco dove è sì tornato anche Osimhen, ma al momento c’erano a disposizione soltanto Mertens e Petagna, costretti a dover tirare la carretta da soli e senza valide soluzioni da utilizzare eventualmente in corso d’opera. Certo, va anche reso merito a chi in queste settimane non ha fatto rimpiangere l’assenza dello spagnolo e del polacco: ovvero Lobotka e Demme. Entrambi erano partiti a inizio stagione con l’etichetta delle riserve, ma poi, complici gli infortuni dei titolari, si sono ritrovati in campo dal primo minuto e hanno dimostrato di meritare a pieno titolo il grado ricevuto. Contro il Bologna, però, Spalletti potrà far prendere loro un briciolo di riposo alternandoli con Fabian Ruiz in mezzo campo.