La Mobilya Volleyball Aversa è in serie A. In 3 anni il progetto del presidente Di Meo prende forma, diventa corpo e riporta la città normanna e la Campania intera nell’Olimpo della pallavolo, lassù tra i grandi sbancando Catania 3-0 ed aggiudicandosi non solo la promozione ma anche la vittoria del campionato. Era un sogno ad occhi aperti, così vicino dopo la vittoria sul Leverano ed emotivamente forte da non far riposare la notte. Così vicino eppure così lontano e chissà se ora ci si crederà o se si stenterà a farlo. Non conta: Aversa e la sua squadra di pallavolo maschile tornano in serie A e lo fanno dalla porta principale riservando i festeggiamenti, dopo quelli tenutisi nella lontana Trinacria, per sabato prossimo, 30 aprile, quando alle ore 18, al PalaJacazzi si giocherà il big match con la terza Latina che vorrà far di tutto per conquistare un posto in A2 come seconda. L’entusiasmo per un successo così importante è vivo, probabilmente non scemerà mai perché il sapore di aver compiuto una impresa è quello più bello da gustare: «Siamo molto soddisfatti del risultato che è frutto di una programmazione e di una strutturazione societaria che dovevano dare questi risultati – dice il vice presidente Paolo Santulli – non esistono casualità o cose che arrivano per combinazione, tutto ciò che si programma va strutturato secondo quelle che sono necessità ed obiettivi. È ovvio che stiamo già guardando al prossimo futuro. Probabilmente ora non riusciamo nemmeno a valutare con molta serenità perché quando si viene presi dall’euforia si vuole fare tutto in fretta continuando con queste galoppate trionfali che possano condurci al massimo obiettivo. Se si sono fatti questi sforzi è perché si vuole avvicinare sempre più la pallavolo maschile alla A1. Quando si partecipa si devono avere obiettivi e chi partecipa ad una A2 non vuole rimanere in questa orbita». Il progetto Volleyball Aversa c’è ed è più forte che mai, ponderato e valutato sotto ogni aspetto e tutto da perfezionare con il tempo: «questa è la nostra euforia dopo un gran successo ma dobbiamo fare i conti con quelle che sono le possibilità – prosegue il vice presidente normanno – per affrontare la A2 ci sono esposizioni economiche importanti. Bisognerà essere bravi attraverso contatti e marketing per trovare rapporti ed in base a quello che si riuscirà ad ottenere faremo il possibile. C’è necessità di mettere insieme altri soggetti che possano dare apporti alla società perché partecipare ad una serie A2 per puntare a risultati importanti costa. Vogliamo trovare altre adesioni considerando che abbiamo sempre il palazzetto pieno ed altri imprenditori, professionisti e commercianti nel frattempo si sono avvicinati. Il progetto ed il programma saranno calibrati in base alla strutturazione. Abbiamo l’impegno di continuare e continueremo ma se fossimo soli dovremmo ridimensionare. Con altri contributi, invece, possiamo sviluppare quanto i nostri tifosi ci chiedono: maggiori successi e noi con loro». Le linee future ci sono tutte ed alcuni concetti sono già chiari nella mente del dirigente normanno: creare coinvolgimento tra le giovani generazioni ed allargare il movimento pallavolistico con la creazione di una “cantera” che possa far pensare alla generazione anche di un sogno: «dobbiamo allargare il coinvolgimento ai giovani ed alle scuole – conferma Santulli – perché la tradizione sportiva si alimenta con gli atleti locali. Costruire un percorso che coinvolga e creare un nuovo Antonio Di Santi che oggi per noi è un fiore all’occhiello, un normanno doc che ha militato nella nostra società da giovane fino alla serie A distinguendosi sempre. Il sogno sarebbe quello di avere un giorno non lontano un sestetto tutto aversano. Significherebbe essere riusciti a creare ancora una volta tradizione e cultura perché è solo così che si può andare avanti creando entusiasmo e partecipazione. I nostri obiettivi vanno in diverse direzioni ed uno dei primi è quello del coinvolgimento dei giovani, appunto, e della creazione di una “cantera” per portare avanti nuove generazioni da avvicinare sempre più alla pallavolo. È un po’ difficile perché quanto avvenuto negli anni ’70 era spontaneo ma noi dobbiamo cercare di spingere in questa direzione lavorando e seminando con la strutturazione di un progetto. C’è grande attenzione sul territorio perché abbiamo avuto tanta partecipazione e congratulazioni per il risultato anche perché ad Aversa è difficile raggiungere obiettivi così importanti come nel nostro territorio perché sono sforzi che non tutti sono disposti a fare come hanno, invece, fatto Rolando e Sergio Di Meo da sempre. Meritiamo questo successo e ci auguriamo di averne tanti altri». Di una stagione si rivivono tanti momenti e dopo una cavalcata trionfale come quella che i ragazzi di coach Bosco hanno portato avanti quest’anno sono tanti i momenti che si affollano nella mente. Ce n’è uno in particolare che è vivo nella mente del vice presidente normanno. L’infortunio di Enrico Libraro, vissuto in prima persona dal dirigente che ha messo a disposizione la struttura del Centro Santulli e l’apporto di ognuno dei professionisti che vi lavorano perché il giocatore potesse tornare al meglio e quanto prima in campo. Sembrava un sogno ed, invece, è diventato realtà: «il ricordo più bello è l’infortunio di Libraro che si pensava perso come atleta dopo l’incidente – conclude Paolo Santulli – ed, invece, c’è stata una ripresa fulminea frutto del lavoro di specialisti e di quello dell’atleta e dell’uomo che ha dato immediatamente risposte e si è tirato fuori alla grande. Sembra strano che io ricordi proprio questo ma per noi è stato un vero e proprio miracolo che ha significato una realtà composita che ha determinato quella situazione con atleti seri, società forte ed uno staff preparato al fianco. Senza tutti questi fattori e senza serietà e coerenza non si riescono ad ottenere risultati».
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