Il Napoli dimostra la propria condizione umana e per una sera non ci sono marziani al Maradona. Può capitare e non deve essere un dramma per una capolista che comunque dorme con un +18 sulla seconda, ora proprio la squadra di Sarri. Merito di una Lazio con una fase difensiva da accademia e anche della poca brillantezza degli attaccanti di casa. Cade l’imbattibilità casalinga del Napoli (non perdeva dal 10 aprile 2022, 2-3 con la Fiorentina) che è apparso in leggero calo fisico. L’ultimo ko era arrivato il 4 gennaio a San Siro contro l’Inter. Spalletti dovrà valutare bene la situazione soprattutto in chiave Champions perché fra poco più di 10 giorni arriva qui l’Eintracht e servirà il Napoli migliore, quello delle 8 vittorie di fila prima di stasera e visto tante volte in questa stagione. Anche se prima ci sarà un test difficilissimo con l’Atalanta. Per la Lazio una prestazione di livello internazionale. Da Champions. Peccato per i propri ultrà che fra cori offensivi, petardi e fumogeni hanno giocato una loro partita, brutta e non si sa quanto a sostegno dei colori biancocelesti. Sulle formazioni iniziali l’unica novità la regala Sarri, che preferisce Vecino a Cataldi e l’uruguaiano regala dopo 5’ il primo grande sussulto. Punizione di Luis Alberto, spizzata da Vecino, Meret è battuto ma sulla linea salva incredibilmente Di Lorenzo. La Lazio è meglio disposta in campo, corta e aggressiva e il Napoli soffre pur essendo quella di Spalletti la migliore formazione possibile. Azzurri meno brillanti del solito, anche perché di spazi la Lazio ne lascia davvero pochi e Anguissa e compagni corrono poco senza palla. A volte forzano il passaggio, sbagliandolo: errori tecnici quasi mai visti in questa stagione al Maradona. Meglio nella ri-aggressione alta, la capolista, ma di occasioni pochissime. Solo un tiro deviato di Anguissa e uno centrale di Zielinski, dal limite di un’area dove il Napoli non riesce a entrare. Meglio la Lazio che con Milinkovic e Anderson arriva pericolosamente al tiro, sventati da Kim e Meret. La ripresa parte con un Napoli più aggressivo e che prova ad alzare il ritmo, ne viene fuori una delle poche belle azioni con Di Lorenzo che serve in verticale Osimhen, tacco smarcante del nigeriano ma Zielinski non mostra il suo sinistro migliore. Una Lazio compatta comincia a crederci e passa con un bel gol di Vecino: l’uruguaiano approfitta di una respinta corta di testa di Kvara e dai venti metri scaglia un gran destro di controbalzo, imprendibile per Meret. Il Napoli è poco lucido, ma orgoglioso. Un colpo di testa di Osimhen colpisce la traversa, sulla respinta ancora incornata di Kim e grande reattività di Provedel. Spalletti si gioca tutte le carte e passa al 4-2-4 con Elmas e Ndombele mediani con Simeone accanto a Osimhen e Politano e Kvara larghi. La pressione sale ma la linea Sarri resiste.

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