Lui è arrivato con un mazzo di fiori, per complimentarsi con lei della vittoria. E alla fine sono usciti insieme, sorridenti, per dire che sono entrambi convinti di dover «provare davvero a dare unità a questo Pd». Il primo incontro post primarie fra la segretaria del Pd Elly Schlein e il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini è servito a confermare le buone intenzioni: nessuna rottura, lavorare insieme. Ma il più non è fatto, anzi. Se sul cosa sono d’accordo, sul come c’è ancora molto lavoro da fare. Il faccia a faccia di un’ora e mezzo nella sede della federazione bolognese del Pd non è bastato a mettere a punto la tabella di marcia. «Ci siamo trovati sulla necessità di garantire la massima unitarietà in questa fase nuova del partito – ha detto Schlein – e abbiamo avviato un confronto che proseguirà nei prossimi giorni per lavorare assieme per il rilancio del Pd e per le sfide che ci aspettano». Chi ha avuto modo di parlare con i due racconta che Schlein non è arrivata all’incontro con offerte di ruoli e poltrone e che lui non aveva richieste di quel tipo da fare. Entrambi hanno interesse ad arrivare all’accordo – è il ragionamento – più che un problema di incarichi, la questione intanto è trovare un metodo per gestire insieme le scelte, partendo dal presupposto che le primarie le ha vinte Schlein. Certo è che la presidenza del partito sarebbe uno di quei ruoli che permetterebbe a Bonaccini di dire la sua. Ma «forme e modi li vedremo assieme – ha risposto Schlein – intanto per noi era importante trovarci su questo spirito unitario per avviare questa nuova fase del partito». Parole speculari a quelle di Bonaccini: «Nei prossimi giorni valuteremo insieme la cosa più utile che si possa disporre, anche dal punto di vista operativo – ha detto il governatore – Vorremmo evitare nuove fratture. Penso che le magliette che abbiamo indossato durante il congresso vadano tolte e adesso abbiamo un’unica maglietta che quella del Partito Democratico». Queste settimane di costruzione della macchina del partito saranno decisive. Ci sono compiti e ruoli da definire: nella direzione, nella segreteria, nei gruppi parlamentari. La riuscita dell’intento unitario dipenderà molto dagli equilibri che Schlein e Bonaccini riusciranno e vorranno garantire. Quale sia la posta in gioco l’ha fatto capire la senatrice Pd Valeria Valente: «L’anima della sinistra, che forse ora è meglio rappresentata dalla segretaria Elly Schlein, non può fare a meno del profilo, dell’anima e dell’approccio riformista. È giusto che la linea sia dettata dalla segreteria, ma la mozione Bonaccini ha preso il 44 per cento, non si può ignorare». E anche Bonaccini non ha nascosto le aspettative: «Il Pd è pluralista. Se non ci fosse il pluralismo all’interno del Pd, il Pd finirebbe. Dentro queste idee io voglio dare il mio contributo insieme a tantissimi altri». Il nuovo Pd di Schlein domani sfilerà in piazza a Firenze alla manifestazione ‘difendiamo scuola e Costituzionè, organizzata dai sindacati dopo le aggressioni al liceo Michelangiolo. Con la nuova segretaria, nel corteo ci saranno diversi esponenti Pd, come la capogruppo alla Camera, Debora Serracchiani. La piazza fiorentina sarà una prova di centrosinistra: partecipano il presidente del M5s, Giuseppe Conte, e i vertici degli altri partiti di sinistra, da Verdi-Si – Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli – ad Articolo Uno – Roberto Speranza – oltre ad esponenti di Iv, ma non sono annunciati Matteo Renzi e Carlo Calenda, Bonaccini non ci sarà. Ma ha chiarito che non si tratta di una scelta politica, ma di motivi istituzionali: «Se non li avessi avuti, sarei andato – ha detto – ‘è Elly Schlein a rappresentare tutto il Pd e mi sento pienamente rappresentato da lei». 

Mario De Michele

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