Il mondo sommerso degli Ambiti socio-assistenziali porta a galla un altro caso clamoroso. È quello di Francesca Di Iorio. Non è un nome qualunque. È la nipote del sindaco di Sant’Arpino Ernesto Di Mattia. Il primo cittadino è il coordinatore del C7, capofila il Comune di Lusciano, dove Di Mattia è il responsabile dell’area Finanziaria. Fanno parte dell’Ambito anche: Frignano, Lusciano, Parete, San Marcellino, Trentola Ducenta, Villa di Briano, Casal di Principe, Casapesenna, San Cipriano d’Aversa, Villa Literno. Di Iorio, che ora è dipendente dell’Asl Roma 5, ha prestato come assistente sociale attività di collaborazione all’amministrazione luscianese guidata da Nicola Esposito. Durata: dal 2015 al 2022. Importo totale intascato: quasi 90mila euro. Chi le liquidava le somme? Suo zio, in qualità di coordinatore dell’Ambito e di funzionario del Comune di Lusciano. La collaborazione di Di Iorio rientrava nell’alveo del C7. Lavorava con incarichi prorogati con la puntualità di un Rolex. Motivazione delle proroghe contenute nelle determine del settore Politiche sociali: “Per ovviare alle carenze evidenziate e nelle more di poter espletare altre procedure amministrative, si intende procedere alla proroga dell’incarico per un tempo determinato, con contratto di prestazione d’opera professionale per il supporto dell’’Ufficio Servizi Sociali del Comune, ad un Assistente Sociale individuata dall’Ambito C7”.

Ernesto Di Mattia

Di proroga in proroga la nipote di Di Mattia ha lavorato per 8 anni di fila presso il Comune di Lusciano. Una sorta di contratto a tempo indeterminato mascherato da incarichi ottenuti senza soluzione di continuità. Procedura legittima sul piano amministrativo? Spetta alle autorità competenti stabilirlo. Su un punto c’è poco da discutere: l’inopportunità politica, amministrativa e personale. Stona in maniera stridente il conferimento di incarichi a raffica a Francesca Di Iorio presso un ente locale e un Ambito socio-assistenziale “governato”, in qualità di funzionario e coordinatore del C7, da Di Mattia. Dallo zio alla nipote il passo è breve. Troppo. Le “carte” saranno pure a posto. Ma il tema è un altro: è opportuno che Di Iorio abbia fatto incetta di incarichi? Eppure ci sono tantissimi professionisti locali e dell’Agro aversano meritevoli di ricoprire le stesse mansioni. Ai più maliziosi salta agli occhi una “gestione familistica”. Volendo essere buoni segnaliamo la solare inopportunità. Nelle pubbliche amministrazioni, per legge, vige il principio del buonsenso del padre di famiglia. Non è stato ancora inserito un comma che estende il buonsenso anche agli zii.

Mario De Michele

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