Se Tokyo era stata da record, Parigi val bene un Oscar. “8 e 1/2”, ha risposto Giovanni Malagò a quanti gli chiedevano di attribuire un voto alle Olimpiadi 2024 dell’Italia, a poche ore dalla cerimonia. Ha sorriso il numero 1 del Coni, il pensiero ‘felliniano’ forse solo un riflesso condizionato; di sicuro è soddisfatto per quello che hanno fatto “le italiane e gli italiani” ai Giochi parigini. Quaranta medaglie, come a Tokyo ma con “più qualità” perché da dieci ori, dieci argenti e 20 bronzi di tre anni fa, si è passati ai 12 ori, 13 argenti e 15 bronzi dell’estate 2024. Con la ciliegina sulla torta messa a ora di pranzo di una domenica d’agosto dalle azzurre guidate da Julio Velasco, che, per la prima volta, hanno regalato un oro alla pallavolo italiana. Davanti alla tv c’era anche il presidente della Repubblica, il tifoso numero 1 che, in questa Olimpiade, non si è perso un set di Paola Egonu e compagne. “Ero convinto che avremmo vinto l’oro”, ha detto Mattarella in una telefonata fatta a Malagò pochi minuti dopo il punto decisivo. E suona un po’ come il “Non ci prendono più” del presidente Pertini alla finale del Mundial 1982. “Sono state strepitose. Non ci sono parole per dire quanto siano state brave. La prego di rivolgere i miei più sinceri complimenti al presidente federale Manfredi, al ct Velasco e a tutte le ragazze. Complimenti a lei”, presidente Malagò, “e a tutta la squadra italiana. Vi aspetto al Quirinale”. Appuntamento fissato per il 23 settembre, alle ore 11, per la riconsegna della bandiera tricolore, sventolata nella cerimonia di chiusura dalla coppia (anche nella vita) medagliata, Gregorio Paltrinieri e Rosella Fiamingo. “Per Greg – ha spiegato Malagò – una scelta doverosa. Per quello che ha fatto e per quello che farà. Ha tutti i presupposti per essere il portabandiera a Los Angeles 28”. Si vedrà, prima di tutto se l’olimpionico continuerà a regalare emozioni in vasca e/o nelle acque libere. Di sicuro il nuotatore e la schermitrice sono stati tra i protagonisti di una nuova Olimpiade da ricordare, che all’Italia lascia la legacy della “conferma dell’Italia nel ruolo da protagonista nello scenario dello sport mondiale. Siamo forse il Paese più multidisciplinare, abbiamo conquistato medaglie in 20 discipline diverse”, ha evidenziato il numero 1 del Coni snocciolando gli altri dati dei 17 giorni di gare (da Rio 2016 è aperta la striscia di 37 giornate a cinque cerchi in cui l’Italia ha conquistato almeno una medaglia). “A Parigi il numero delle finali è cresciuto da 67 a 79”. Poi c’è anche la “strana classifica dei quarti posti, in cui siamo arrivati primi”. Con il segretario generale del Coni e capo missione Carlo Mornati, Malagò sta pensando a un modo per festeggiarli. “Comunque chi è arrivato quarto fa parte del club olimpico” che, dopo le meritate vacanze comincerà a occuparsi della preparazione per i Giochi californiani. Prima sulla strada della storia dell’Italia e del Coni ci saranno le Olimpiadi di Milano Cortina, la cui inaugurazione è prevista per il 6 febbraio 2026. “Ora tocca a noi”, è il messaggio di Malagò, che però non sa se ci sarà alla cerimonia in cui saranno dichiarati aperti i Giochi invernali. Perché c’è ancora da fare chiarezza sulla norma dei mandati: il terzo di Malagò si chiude a maggio 2025. Se “la politica” non cambierà idea, consentendo anche per il Coni quello che è stato reso possibile per le federazioni e gli enti sportivi, cioè essere eletto presidente per un mandato successivo al terzo ma a condizione di superare il 67 per cento, a Milano Cortina Malagò non sarà più a capo del Comitato olimpico nazionale. “Spero che la politica usi il buon senso”, l’auspicio del numero 1 del Coni, che è rimasto deluso dal ministro dello Sport. Andrea Abodi di recente ha sottolineato che il mandato di Malagò sta per scadere. “E’ stato fuori luogo. Non è solo un problema di stile. Io non l’avrei mai fatto”, così Malagò ha salutato i giornalisti. L’Olimpiade di Parigi 2024 è finita. Le polemiche, invece, non finiscono mai.

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