Ancora rinviata l’approvazione del bilancio al 30 giugno in casa Salernitana. L’assemblea riunitasi ieri mattina (trustee da un lato, l’amministratore Marchetti a relazionare dall’altro) ha optato per un ulteriore differimento. L’incertezza che regna sulla continuità aziendale non lascia altre strade: entro il 31 dicembre si conoscerà il destino della società e se a livello amministrativo uno slittamento dopo i 180 giorni previsti per legge non crea grosse noie, d’altro canto pone ulteriori nubi sulla testa di chi vuole acquistare, perché non può farlo con la ceralacca sui conti. Da oggi è possibile che giungano offerte d’acquisto, dopo il periodo festivo e la riapertura di banche e uffici di professionisti. Susanna Isgrò e Paolo Bertoli, curatori della cessione, si chiudono nel silenzio: comunicheranno alla Figc la ricezione di ogni proposta vincolante (per esserlo, deve contenere garanzie bancarie reali e soprattutto il versamento del 5% del prezzo totale a titolo cauzionale) e attenderanno comunque San Silvestro per dare l’ok definitivo a quella ritenuta più vantaggiosa. In presenza di una pec che attesti l’accettazione, i trustee a gennaio otterranno la proroga di 45 giorni prevista per completare le operazioni. Secondo fonti federali, in caso di vendita certa, la malleabilità potrebbe essere maggiore: difficilmente i pagamenti di cifre cospicue possono essere completati in un breve arco di tempo ed è verosimile pensare che senza saldo completo non sarà completato il passaggio di quote. Da qui, la possibilità di avere più tempo.

Ma prima, dev’esserci il compratore serio e affidabile. Gravina si dice «speranzoso e ottimista. Una piazza così importante merita di continuare, ma con la dignità che merita. Spero in una soluzione in tempi rapidi. L’unica ancora di salvezza è una proprietà che dia continuità al progetto sportivo». Fra le manifestazioni di interesse, molte sarebbero poco attendibili, con documenti farlocchi o facilmente riconducibili a speculatori. È il rischio che si corre in situazioni del genere. Sarebbero tre-quattro i soggetti più credibili, con cifre dai 15 ai 20 milioni, senza escludere outsiders al momento ancora nell’ombra: due cordate (una è quella assemblata da Domenico Cerruti e che presenta una manciata di imprenditori meridionali, tra cui Francesco Agnello: l’offerta dovrebbe essere formalizzata a stretto giro) e un non meglio precisato gruppo americano. C’è poi l’interesse del notaio Roberto Orlando e dell’avvocato Michele Tedesco, pronti a costituirsi come traghettatori last second per evitare la perdita di affiliazione, mentre Implenia si defila: «Non siamo interessati a investire nel calcio». Il nome della società edile elvetica, tuttavia, era rimbalzato negli uffici dei trustee mediante un intermediario. Evidentemente, un’altra situazione borderline che arricchisce (o impoverisce) la collezione. Intanto, domani la Salernitana dovrebbe riprendere la preparazione a scaglioni, ma arriva una nuova positività al Covid di un tesserato già in quarantena: è il quarto.

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