“Esprimo la mia più viva soddisfazione per i tempi rapidissimi con i quali la Regione Campania – dichiara il deputato Sarro – ha disposto e finanziato gli interventi prioritari nelle aree del Matese colpite dal terremoto di fine anno. La consistenza finanziaria dell’intervento stesso di 12 milioni di euro, che segue il primo di ben 56 milioni di euro in favore delle scuole e degli edifici pubblici, dà il segno dell’attenzione e della grande sensibilità che, unite alla competenza e all’impegno, la Giunta del Governatore Stefano Caldoro ha saputo ancora una volta esprimere in favore del Matese e della sua popolazione, riuscendo a coinvolgere i relativi soggetti istituzionali nella fase istruttoria”. Nel ricordare il ruolo decisivo svolto all’indomani delle scosse con la mozione presentata quale primo firmatario, insieme al capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati On. Renato Brunetta, con cui impegnava il Governo nazionale a reperire i fondi necessari, ricorrendo anche alle risorse finanziare a camere sul Fondo di coesione territoriale per consentire la riparazione dei danni derivanti dal sisma, Sarro sottolinea che “in tal modo non solo si è data la risposta più eloquente ai dubbi e alle incomprensibili polemiche sollevate qualche mese orsono, ma soprattutto si è offerta alle nostre comunità un’occasione importante per trasformare un evento negativo qual è stato il terremoto in una opportunità che tutti, con senso di responsabilità e spirito costruttivo, dobbiamo saper cogliere. Ancora una volta va sottolineata la tempestività dell’intervento della Regione Campania e la tempistica davvero celere con cui la Giunta Regionale ha deciso di dare un segnale forte e concreto di attenzione alle nostre legittime istanze, un gioco di squadra ed una sinergia istituzionale che ha dato i suoi frutti a tutto vantaggio dell’area interna”.

Particolarmente soddisfatto il parlamentare azzurro si dice anche per l’assegnazione di risorse per 2,5 milioni di euro per il risanamento conservativo di Palazzo Ducale che “la Provincia intende destinare ad attività scientifico-culturali, rendendo così possibile un godimento del bene diffuso e non circoscritto soltanto alle comunità locali limitrofe e restituendo allo stesso un uso consono alla sua plurisecolare tradizione culturale”.

 

 

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