Dal Circo massimo di Roma alla massa di fango e detriti di Genova. Neanche il tempo di spegnere le luci dei riflettori e smontare il palco sul prato alle spalle del Colosseo, ed il M5S si concentra sull’alluvione del capoluogo ligure per attaccare ancora a testa bassa Matteo Renzi. I parlamentari del M5S chiedono uno stop ai lavori delle Camere in modo da andare nella città della Lanterna e rendersi conto di persona di quel che è accaduto. Una missione nata per quella richiesta dal palco di Roma annunciata a sorpresa da Beppe Grillo, con il beneplacito di deputati e senatori, ma che, con il passare delle ore, è apparsa un po’ avventata. Il leader cinquestelle a Genova è nato, e ci vive; e forse, proprio per questo si è lasciato prendere la mano. L’appuntamento, prima fissato a lunedì e poi rinviato dalla stesso Grillo a martedì, non ha ancora una data: “Andremo quando sarà utile alla popolazione” colpita dall’alluvione e “non saremo di intralcio”, spiegano i cinquestelle che vogliono, tra l’altro, evitare l’accusa di voler fare della tragedia “una passerella” mediatica. D’altronde, a Genova non tutti hanno preso bene l’iniziativa neanche tra gli stessi M5S. Il consigliere comunale Andrea Boccaccio su twitter esprime il suo disappunto con ironia: “Sarà la volta buona che vediamo i quattro parlamentari liguri sul territorio….”. E proprio oggi, uno di questi, la senatrice Cristina De Pietro lascia il gruppo M5S al Senato per passare a quello Misto. E’ la quindicesima defezione a Palazzo Madama. A Roma si lavora anche a notte tarda al dossier Genova. I parlamentari domani terranno una conferenza stampa per illustrare atti parlamentari e iniziative politiche per gli alluvionati allo studio in queste ore. Ma la linea resta quella di attaccare il governo. “Renzi si assuma le responsabilità politiche del disastro”, scrive Riccardo Fraccaro sul blog di Grillo lanciando un’accusa pesante. “Appena 2 mesi fa, i legali delle ditte incaricate della messa in sicurezza del torrente Bisagno avevano avvisato il premier della necessità di avviare subito i lavori – scrive il deputato trentino – Lo testimonia una lettera del 5 agosto: le ditte chiedevano di consentire l’immediato avvio delle opere. Il premier ha ignorato questo grido di allarme”. La linea di critica all’esecutivo è largamente condivisa, al punto che si lavora anche ad una mozione di sfiducia nei confronti del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti da presentare già in settimana. Ma il “dopo-Circo Massimo” rappresenta anche un momento per quello che appare a tutti gli effetti un regolamento di conti interno. Dopo l’annuncio dell’espulsione di Andrea Defranceschi dal M5S per la condanna relativa all’utilizzo dei fondi consiliari del gruppo cinquestelle alla Regione Emilia-Romagna, dal blog arriva un’altra “mazzata” per i dissidenti emiliani: un post apparentemente anonimo sulla necessità di spegnere gli inceneritori. “Costruirli oggi è anacronistico e delinquenziale, non smantellare gli esistenti è tafazziano”, scrive Grillo. Il leader M5S non cita mai Federico Pizzarotti ma nei mesi scorsi il sindaco di Parma è stato al centro di una polemica, mai sopita del tutto, proprio con Grillo e Gianroberto Casaleggio sulla mancata chiusura dell’inceneritore della città ducale.

 

 

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