“Abbiamo voluto organizzare questo momento di confronto perché sentivamo forte il bisogno di riscattare questo territorio, al quale è stato attaccato un marchio infame dopo l’esplosione di una bomba mediatica senza precedenti”. Così il sindaco di Parete Raffaele Vitale ha spiegato il senso dell’iniziativa organizzata ieri sera nella sala della biblioteca comunale.
Dati alla mano si sono confrontati Marilena Scudieri del Corpo Forestale dello Stato, il viceprefetto Palmieri, il commissario straordinario contro i roghi Donato Cafagna, la responsabile del progetto Pandora Paola Dama, e il docente del Dipartimento di Agraria Massimo Fagnano. I relatori hanno illustrato ai presenti il lavoro svolto nell’ultimo anno contro i roghi tossici e contro l’intombamento dei rifiuti. Un lavoro che ha trasformato la Terra di fuochi, quindi una parte delle province di Napoli e Caserta, nel territorio più monitorato d’Italia.
“Noi sindaci – ha sottolineato Vitale – abbiamo vissuto momenti di profonda solitudine nel combattere, con pochi mezzi, una guerra molto più grande di noi. Oggi, però, possiamo dire che lo Stato è al nostro fianco”. Vitale ha anche sottolineato come rispetto agli anni passati i roghi al calar della sera siano diminuiti: “Un segno di come le cose stiano cambiando anche se non possiamo considerare il fenomeno debellato”. La dottoressa Scudieri del Corpo Forestale dello Stato ha spiegato le azioni fatte di concerto con l’Arpac e le altre forze dell’ordine. Migliaia di prelievi dai terreni considerati inquinati. “Dei 52 siti a rischio 3-4-5 soltanto due analisi hanno dato esito positivo. Ci sono poi da completare i test sui campioni provenienti da zone a rischio 2A e 2B ma l’attenzione e l’impegno sono massimi”.
Il commissario Cafagna ha esordito con una precisazione: “Più che un commissario che si sostituisce agli organi preposti sono un coordinatore. Dalla mia nomina svolgo un’azione di raccordo per dare risposte ad una situazione endemica che crea gravi criticità per questo territorio. La nostra azione, che ha dato risultati importanti, si svolge lungo varie direttrici, ossia il controllo e il contratto dei roghi e il rafforzamento delle azioni di governo del territorio (I dati sono raccolti in questo portale http://www.utgnapoli.it/public/roghi2013/index.php). Naturalmente il territorio non può essere pattugliato metro per metro dalle forze dell’ordine per cui sono fondamentali i comportamenti di tutti a cominciare dalla semplice richiesta di scontrino quando ad esempio si acquistano pneumatici fino al non acquistare merce contraffatta. Alimentare il mercato nero significa contribuire allo sversamento illegale dei rifiuti e quindi ai roghi”. A questo proposito sono stati potenziati i controlli della Finanza sulle aziende ma ciò non basta e Cafagna ha anche incontrato la Procura del Tribunale di Napoli Nord per fare il punto della situazione. “Uno dei noti principali – ha aggiunto – è potenziare il governo del territorio. Oggi ad esempio il sindaco di Sant’Antimo mi ha spiegato che per bonificare alcune aree avrebbe dovuto aumentare la pressione fiscale sui cittadini con la Tasi. Mi ha chiesto di fare da portavoce presso il governo affinché si permetta ai comuni di accedere a fondi della Cassa depositi e prestiti fuori dal patto di stabilità”. Cafagna ha anche annunciato che a partire dalla settimana prossima riprenderà a incontrare sindaci, forze dell’ordine e comitati.
La dottoressa Paola Dama ha illustrato il progetto Pandora: “Una task force di ricercatori volontari che ha incrociato i dati per rispondere allo sciacallaggio mediatico. Uno strumento a servizio delle istituzioni delle forze dell’ordine e delle associazioni”. Dati che oggi sono a disposizione di tutti attraverso il portale http://www.taskforcepandora.com/ .
Il professor Fagnano ha illustrato il progetto finanziato dalla Comunità Europea Ecoremed ( http://www.ecoremed.it/index.php?lang=it) , attraverso il quale si punta, attraverso la piantumazione di alberi, alla bonifica dei terreni inquinati. Fagnano ha dimostrato come i prodotti agricoli della Terra dei fuochi siano tra i più controllati al mondo e che un terreno inquinato non è sinonimo di prodotto inquinato. L’esempio citato è quello di un campo di patate di Acerra dove nel terreno erano presenti livelli di piombo pari a 2500 mg a fronte dei 100 permessi. Le patate prodotte su quel terreno, analizzate per ben tre volte e in tre laboratori diversi, erano completamente prive di piombo e sono finite all’estero. “Il problema dunque potrebbe essere nell’aria – ha spiegato – e, infatti, con Ecoremed abbiamo installato in varie parti della provincia delle ‘stazioni’ e ci prepariamo a raccogliere i dati”. All’incontro hanno partecipato anche i sindaci di Trentola Ducenta e Castel Volturno. Dimitri Russo, in particolare, ha chiesto una maggiore attenzione e presenza perché il suo comune – al quale i dati dei vigili del fuoco consegnano anche il record di interventi – è troppo vasto e non controllabile dalla sola polizia municipale.
L’ultimo intervento istituzionale è stato della consigliera regionale Lucia Esposito, la quale ha sottolineato la necessità di un’azione comune per scrollarsi di dosso il marchio della Terra dei Fuochi. “Per un periodo – ha detto – siamo stati Gomorra e grazie all’azione delle forze dell’ordine che hanno disarticolato il clan dei Casalesi c’è stato un riscatto, con i roghi e con i rifiuti tombati si deve fare altrettanto”.
A contestare i dati illustrati dai vari relatori ci ha pensato Angelo Ferrillo dell’Associazione Terra dei fuochi: “C’è chi si concentra sul falso problema dei rifiuti tombati ma la vera emergenza sono i roghi tossici. I roghi diminuiscono perché i dati fanno riferimento agli effettivi interventi dei vigili del fuoco e non alle segnalazioni dei cittadini. C’è bisogno di una centrale di pronto intervento che sfrutti le decine e decine di segnalazioni quotidiane fatte dai cittadini”.
Angelo Golia