“Le giuste riflessioni dei consiglieri regionali Luca Colasanto ed Eva Longo non vanno certo derubricate a ‘questioni del momento’ ma denotano un malessere che registro, purtroppo, in numerosi consiglieri regionali e dirigenti del Popolo della Libertà. E’ giunta l’ora, quindi, di avviare un ragionamento serio sul futuro della Regione Campania, del PdL e del centrodestra in generale”. A dichiararlo, la deputata Nunzia De Girolamo, componente della Direzione Nazionale del PdL e coordinatrice provinciale del Partito a Benevento.

“E’ indispensabile, a questo punto, incontrarsi nelle sedi di Partito per una discussione ampia e partecipata, al fine di verificare lo stato di attuazione del programma delle regionali. Ci siamo presentati agli elettori come la coalizione del cambiamento e del rinnovamento, che avrebbe abolito sprechi e sperperi, ma – aggiunge – spesso si procede a rallentatore. Dobbiamo recuperare il nostro spirito di forza modernizzatrice, capace di interpretare le reali esigenze del popolo che da questo governo regionale si aspetta segnali chiari ed inequivocabili”. La deputata del PdL, a proposito delle nomine dei presidenti degli enti parco, afferma: “Il ‘poltronificio’ non mi affascina certo, anzi sono per l’abolizione di molti enti inutili, ma debbo rilevare che su undici designazioni non c’é stato spazio per nessun sannita, segno che qualcuno si sia dimenticato della provincia di Benevento”. Poi, aggiunge: “In ogni caso, a differenza di chi avidamente si affretta in Campania ad occupare posti e poltroncine, mi batterò a livello nazionale per abolire gli sprechi della politica”.

Per l’onorevole De Girolamo “é giunto il momento di vigilare attentamente sull’operato di tutti e di pretendere da presidente, giunta e capigruppo il rispetto dei territori e degli eletti. Non accetteremo mai, però, che ci siano considerazioni di serie a, b o c a seconda della simpatia, antipatia o chissà cos’altro! Basta – conclude l’onorevole De Girolamo – con i capetti dei quartierini, con gli squadristi e con gli avidi che non pensano al progetto generale per il quale gli elettori ci hanno dato fiducia ma solo all’affermazione del proprio potere personale”.

 

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