Il Giudice del lavoro di Santa Maria Capua Vetere, dott.ssa Adriana Schiavoni, su una vicenda di mobbing perpetrato dall’Asl Caserta a danno di un suo dirigente medico, l’ortopedico Nazario Di Cicco. Con sentenza n. 589/2015, pubblicata nel febbraio di quest’anno, il Giudice del Lavoro ha condannato l’ASL Caserta alla reintegra nel posto di lavoro del dottore illegittimamente licenziato nell’agosto del 2008 ed al risarcimento del danno biologico, morale e professionale dallo stesso subito in virtù dei comportamenti di mobbing posti in essere dall’amministrazione datrice di lavoro. Nella sentenza si ripercorre l’intera vicenda lavorativa del medico che dal lontano 2003 è stato oggetto di comportamenti persecutori frutto “di una strategia complessiva diretta all’emarginazione e al definitivo allontanamento del ricorrente dal contesto lavorativo” (si legge in sentenza). Per l’avvocato Angelo Maietta, legale della FELSA-CISL di Caserta, che ha difeso il dottor Di Cicco sin dai primi giudizi dallo stesso intentati dei confronti dell’allora ASL CE2 ora ASL Caserta, la sentenza, “che si pone nel solco delle precedenti pronunce emesse nei confronti della stessa amministrazione, già condannata in precedenza al risarcimento del danno biologico per un primo periodo (sentenza 6039/2010) ed al pagamento delle retribuzioni illegittimamente sospese (sentenza 5408/2012), è espressione della sensibilità e dell’acume giuridico della magistratura sammaritana nel contrasto del deprecabile fenomeno delle vessazioni sul luogo di lavoro, offrendo un significativo contributo di riflessione giuridica sulle dinamiche risarcitorie e redibitorie collegate al fenomeno del mobbing”.