AVELLINO. Credevano di potersi recare nella tranquilla provincia irpina per mettere a segno furti e garantirsi così in modo impunito illeciti profitti, ma non avevano fatto i conti con la macchina investigativa composta dagli uomini e donne che il Comando Provinciale Carabinieri di Avellino quotidianamente dispiega sul territorio nel perseguimento di quell’obiettivo primario rappresentato dalla sicurezza e rispetto della legalità. A finire questa volta nella rete dell’Arma sono state sette persone, due uomini e cinque donne tutti di età compresa tra i 31 ed i 61 anni provenienti dall’hinterland partenopeo, che sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Avellino, diretta dal Procuratore Dr. Rosario Cantelmo, che ha coordinato le indagini, per plurimi episodi di furto aggravato. L’operazione è stata messa a segno dai Carabinieri delle Stazioni di Solofra ed Atripalda, i quali hanno operato in piena sinergia tra loro supportati anche dai colleghi delle Stazioni di Avellino e Baiano. Le indagini venivano avviate nel mese di maggio 2013, in seguito ad una serie di episodi di furto di generi di varia natura perpetrati in danno di alcuni punti vendita, tutti facenti capo ad una medesima e ben nota catena di supermercati. Insospettiti da questa insolita circostanza ed ipotizzando, forti di matura esperienza investigativa, che quei reati non fossero stati messi a segno da improvvisati ladruncoli ma che dietro essi si celasse l’opera della stessa mano, i Carabinieri avviavano una meticolosa e certosina attività di indagine che, attraverso la visione ed analisi dei filmati provenienti da numerosi impianti di videosorveglianza, li conduceva alla non facile identificazione di molti potenziali testimoni. La susseguente escussione di tutte quelle persone in grado di riferire utili elementi consentiva, con costante e graduale accuratezza, di restringere il campo delle ricerche al termine delle quali i Carabinieri, vedendo premiati i loro sforzi, dimostravano la validità dell’ipotesi inizialmente formulata arrivando così alla puntuale identificazione dei sette presunti ladri. Alla luce delle evidenze raccolte i militari acquisivano nei confronti degli indagati gravi indizi di colpevolezza tali da attribuir loro la “paternità” di sei episodi di furto nel corso dei quali era stata asportata merce avente un valore complessivo pari a svariate migliaia di euro, e che faceva così scattare a loro carico la denuncia a piede libero all’Autorità Giudiziaria.