Sono oltre 5800 gli abitanti di Napoli sui quali pende la spada di Damocle del rischio frana: lo riporta un documento dell’Autorità di Bacino, struttura alla quale è deputata la verifica dello stato del territorio. La notizia è stata pubblicata oggi dal quotidiano “Il Mattino”, dopo la frana di un muro di contenimento verificatasi a Posillipo, che ha colpito un palazzo vicino alla chiesa di Sant’Antonio. Il rischio idrogeologico, secondo l’Autorità, riguarda numerose zona della città partenopea, dai Camaldoli a Posillipo, da via Manzoni a Fuorigrotta. Il documento è consultabile sul sito internet abdcampaniacentrale.it. Nella struttura lavorano esperti impegnati a valutare H24 lo stato di salute del territorio. Secondo l’autorità, comunque, non è detto che tutte le persone che abitano in quelle zone rischino la vita. Gli esperti, in sostanza, invitano a una maggiore attenzione. Analizzando le mappe disegnate dall’Autorità si scopre che quelle con codice R4, cioè quelle con rischio più elevato, figurano un’ampia zona dei Camaldoli (sia sul lato che si affaccia sul quartiere Pianura che su quello del versante Soccavo); tutta l’area di Posillipo e in misura minore l’area di via Manzoni che si affaccia su Fuorigrotta. Si tratta di zone della città densamente abitate ed edificate, dove l’unica possibilità che resta per fronteggiare il rischio è la prevenzione. Nell’articolo viene anche evidenziato che non esiste un piano di evacuazione per i cittadini a rischio in caso di pericolo. Più precisamente, ne fu realizzata una bozza, nel 2013, però considerata inidonea e rispedita al mittente per un miglioramento. In molte zone collinari della città (San Martino, Posillipo, corso Vittorio Emanuele, via Tasso), infine, i palazzi sono stati realizzati “rubando” spazi alla natura.

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