Il parroco di Pomigliano d’Arco , accusato in un manifesto anonimo di farsi pagare i sacramenti con dei bollettini intestati alla parrocchia, ha presentato un esposto in Procura contro ignoti, in quanto ritiene che le accuse mossegli siano di ”una gravità assoluta”. Don Peppino Gambardella, che ha appreso delle polemiche mentre era in convalescenza per una caduta che gli ha procurato una frattura ad una spalla, è considerato da tutti il ”prete operaio” per le sue posizioni in difesa del lavoro, e non è nuovo alle polemiche per le sue prese di posizione in favore ”degli ultimi”. Alla domanda se si ritiene un ”prete scomodo”, don Peppino ha sottolineato all’Ansa che il suo operato rispecchia appieno il suo mandato di sacerdote. ”Anche Gesù era scomodo – ha detto – perché si schierava con gli ultimi, con i più deboli, richiamava i valori dello spirito e creava problemi a chi deteneva il potere. Forse anche io non sto bene a qualcuno perché ho scelto di realizzare gli ideali di Gesù. Il nostro operato, quello mio e degli altri prelati della parrocchia, è limpido e trasparente. Nessun sacramento è a pagamento: se si vuole fare un’offerta deve essere con il bollettino, per una scelta di trasparenza. Noi preti viviamo con il sostentamento del clero, e tutto il resto, anche le offerte che ci fanno a titolo personale, è destinato ai poveri”.