Whirlpool non riduce gli esuberi previsti dal piano industriale ma anzi ne annuncia altri 480 tra gli impiegati, portando il totale a 2.060, quasi un terzo dei 6.700 lavoratori italiani dell’azienda. Una scelta che ha portato il Governo a reagire in modo duro e la Fiom a proporre lo sciopero generale dell’intero gruppo. Mentre la Cgil parla di “piano inaccettabile” ed annuncia che sosterrà “con tutte le sue forze ogni iniziativa di lotta, a partire dallo sciopero generale di domani a Caserta, che i sindacati metalmeccanici decideranno di attuare unitariamente”. Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha definito il piano “inqualificabile” e ha chiesto all’azienda nuove proposte “credibili e tangibili” che diano certezze ai lavoratori prima di riconvocare la parti esprimendo “delusione e preoccupazione” per il tempo perso. Anche il ministro del lavoro Giuliano Poletti vuole che la società Usa “ripresenti il piano” perché “continuiamo a non essere d’accordo, pensiamo che vadano mantenuti gli accordi fatti all’epoca di Indesit”. La doccia fredda arriva durante l’incontro al ministero in cui i sindacati speravano invece di vedere concretizzarsi le aperture sull’impianto di Carinaro in provincia di Caserta che, con i suoi 815 lavoratori rischia la chiusura. Gli esuberi salgono quindi a un totale di 2.060 a fronte dei 1350 previsti fino a ieri. Anche se dal numero totale bisogna sottrarre le 280 assunzioni previste a Varese, il tributo richiesto ai lavoratori rimane altissimo. I nuovi tagli, che come quelli degli operai non saranno fatti fino al 2018, sono previsti per 200 persone a Varese, 200 a Fabriano e 80 a Milano. L’azienda ha spiegato che la riduzione degli amministrativi è dovuta alla duplicazioni di ruoli seguita all’acquisizione di Indesit. La Fiom, dopo lo sciopero generale dell’industria Caserta di venerdì 22, punta a una nuova mobilitazione che coinvolga tutto il gruppo. “Vogliamo che il confronto continui – ha spiegato Landini – ma la nostra lotta deve portare risultati al tavolo: non siamo disponibili ad accettare licenziamenti e chiusure di stabilimenti, per di più con l’aggravante di licenziare al sud e assumere al nord”. Il leader della Fim, Marco Bentivogli ha parlato invece di una decisione “irresponsabile”, “si sta giocando sul fuoco” ha avvertito, chiedendo che in futuro alla vertenza partecipi direttamente il board della multinazionale Usa. Gianluca Ficco, responsabile del settore elettrodomestici della Uilm vuole che il piano sia modificato e invoca “il pieno appoggio del Governo per far cambiare idea alla multinazionale americana

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