Finte assunzioni di braccianti per conseguire illecitamente prestazioni previdenziali e assistenziali o per assicurare, nel caso di extracomunitari, l’indebito rilascio del permesso di soggiorno. Sono i filoni di indagine al centro dell’inchiesta della procura di Nola, condotta dai carabinieri, che ha portato stamane ad eseguire misure cautelari – divieto di dimora nel comune di residenza e divieto temporaneo a esercitare uffici direttivi di imprese – nei confronti dei due co-amministratori di Agri Italia srl, impresa con sede a San Gennaro Vesuviano. Si tratta di Saverio Esposito, 57 anni, e Pasquale Manzo, di 46, nei cui confronti è stato anche disposto un sequestro preventivo di beni per poco più di un milione di euro. L’indagine, avviata da un accertamento dei carabinieri di Carbonara di Nola nell’ambito dei controlli contro il lavoro sommerso, coinvolge anche due funzionari dell’Inps, uno dei quali attualmente in pensione. Secondo quanto dichiarato dai titolari di Agri Italia, nel corso degli anni sarebbero state corrisposte ai finti braccianti retribuzioni per circa due milioni di euro, ma senza il versamento dei relativi contributi previdenziali. Nello stesso periodo l’Inps ha pagato sussidi e prestazioni per oltre un milione di euro, somma per la quale si è proceduto al sequestro preventivo.