Sì ai tecnici, a patto che siano di alto profilo. No ai consiglieri regionali e ai trombati alle ultime elezioni. Nessun politico. Scartata la rappresentanza territoriale. Vincenzo De Luca ha posto i pilastri sui quali sarà costruita la sua giunta. Dopo aver gettato le fondamenta del “nuovo” Palazzo Santa Lucia il governatore della Campania è da qualche giorno alle prese con i nomi da incasellare nel mosaico dell’esecutivo. Ma i criteri fissati da De Luca non hanno ancora superato le resistenze dei partiti di centrosinistra. Che pretendono il “giusto spazio”. E vogliono indicare almeno qualche assessore con la tessera in tasca. Scelta civica avrebbe avanzato il nome dell’ex coordinatore Giovanni Palladino, i centristi quello del consigliere uscente Biagio Iacolare, mentre i socialisti spingono per Tonino Simeone e l’ex senatore Gianni Iuliano. Anche il Pd fa pressing su De Luca per piazzare in giunta uomini e donne di partito. Il primo della lista è il deluchiano Mario Casillo, consigliere uscente rieletto con la bellezza di oltre 31mila voti. Lui da tempo sogna l’assessorato ai Trasporti. Ma il governatore non transige. “Non entrerà nessun eletto”, ha detto a chiare lettere. Dei non eletti neanche a parlarne. “Non voglio i trombati”. Ergo, Casillo dovrà accontentarsi (e non è poco) della presidenza del consiglio regionale. E chi ha perso dovrà mettersi l’anima in pace e riporre nel cassetto il sogno di essere ripescato. Quindi avanti tutta con i tecnici. Che saranno scelti in base alle competenze e non sulla scorta della provenienza. In altre parole, sarà bandito il criterio territoriale di rappresentanza provinciale. “Sceglierò solo persone di alto profilo, possono essere anche di fuori regione”, ripete da giorni De Luca come un disco rotto. Non solo. E’ possibile anche che non siano italiane. Il governatore infatti starebbe pensando di catapultare in Campania anche qualche esperto estero. Insomma, vuole una giunta composta da una sorta di “consulenti” che gli diano tutte le garanzie di fare le cose perbene e soprattutto di conoscere a fondo i settori di cui si occuperanno. L’indirizzo politico lo darà lui sulla scorta del programma vincente presentato agli elettori.
Sul versante opposto i partiti non mollano. Cercano una via di mezzo. “Va bene una giunta di alto profilo, ma deve essere composta anche da esponenti politici”, dicono i vertici regionali delle forze politiche di centrosinistra. De Luca accetterà la mediazione? Forse. In tal caso avrebbe pochi dubbi sul nome del vicepresidente che dovrà reggere le sorti della Regione durante il periodo (che potrebbe essere lungo) della sua sospensione dalla carica per la legge Severino. Il prescelto sarebbe Fulvio Bonavitacola, deputato Pd salernitano, fedelissimo di De Luca. Sono in calo, infatti, le quotazioni di Nicola Pasquino, presidente del consiglio comunale di Napoli in quota Udc, e di Fabrizio Barca, ex ministro per la Coesione del governo Monti, esperto di Fondi europei, vicino a quella sinistra del partito che però non è in aperto contrasto con Renzi. Anzi, nei giorni scorsi sarebbe stato proprio il premier a sponsorizzarlo. Per quanto riguarda gli assessori sta prendendo corpo il nome di Alberto Coppola, professore universitario casertano, caldeggiato dall’eurodeputato Nicola Caputo. Sotto il profilo organizzativo giochi chiusi per il capo della segreteria politica: il braccio destro di De Luca continuerà ad essere Nello Mastursi, responsabile dell’organizzazione del Pd campano. Quasi certamente farà parte della segreteria anche Giovanni Cusano, un altro fedelissimo del governatore, coordinatore del Comitato De Luca a Caserta.
Mario De Michele